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Fiscal cliff, piano con l'entusiasmo

1/3/2013 | Massimo Morici

Fink deluso dallo scontro politico consiglia di vendere per comprare Treasuries. Wien fa la Cassandra: borse europee in caduta del 10% nel 2013 e S&P 500 sotto i 1.300


Guai a enfatizzare la notizia del giorno. Ma peggio ancora è proiettarla sui 12 mesi a venire. Come nel caso dell’accordo raggiunto per evitare il fiscal cliff. L’invito alla cautela arriva da Alessandro Fugnoli, senior strategist di Kairos Partners che invita a “prendere con le pinze le previsioni più aggressivamente favorevoli al rischio (e quindi alle borse e all’euro) che circolano in queste ore”.

L’euforia è spiegabile secondo Fugnoli: è stato superato il fiscal cliff, è l’inizio del mese ed è anche l’inizio dell’anno, quasi sempre nel segno positivo: “Non bastasse, non c’è stato il rally di fine anno e quindi il posizionamento è più leggero rispetto ai valori stagionali medi. C’è ancora più spazio del solito, quindi, per il rialzo di gennaio, che è a sua volta una specie di diritto sindacale acquisito” aggiunge Fungoli che però ricorda come due pezzi da novanta della finanza made in USA, come Byron Wien di Blackstone e Laurence Fink di Blackrock la pensino all’opposto: quest'ultimo si dice particolarmente deluso dall’accordo sul fiscal cliff e tanto preoccupato dallo scontro politico nei prossimi due mesi da proporsi di vendere azioni e comprare Treasuries nei prossimi giorni.

Wien addirittura fa la Cassandra: per il 2013 di un S&P 500 sotto 1.300, di borse europee in caduta del 10%, di utili in discesa, ma di emergenti e Giappone in ripresa. Senza dimenticare l'Iran che quest'anno potrebbe annunciare di avere raggiunto la quantità di uranio arricchito necessaria a fabbricare la bomba, un’ipotesi presa in considerazione oggi solo dai chi tratta petrolio.

Che cosa pensare, allora, e che cosa fare tra tante incognite? Fugnoli parte dall’esperienza degli ultimi anni: l’economia è cresciuta poco e continuerà a crescere fino al 2015, l’anno in cui la disoccupazione avrà raggiunto un livello fisiologico. Fino ad allora le banche centrali saranno estremamente espansive. “Questo vuol dire che il mare della liquidità – spiega - continuerà ad alzarsi e a sollevare le due barche dell’azionario e dell’obbligazionario. Per motivi tecnici i bond troveranno gradualmente un limite fisico. Un’obbligazione, per quanto conduca una vita brillante, morirà inevitabilmente a 100 e non ci sono macumbe che possano evitarle questo triste destino. Un’azione, al contrario, ha più libertà e per questo, a un certo punto, vedremo i bond salire sempre più lentamente e le azioni dare loro il cambio nel rialzo”.

In questo scenario, conclude, i più coraggiosi nei prossimi giorni potrebbero puntare a creare un portafoglio iniziale composto per il 60 per cento da azioni (un indice globale andrebbe bene) e per il 40 da corporate bond lunghi.

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