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12/6/2012
Esiste un modo per uscire dalla crisi? A questo quesito ha dato una risposta Giacomo Vaciago, economista e professore all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, durante il convegno organizzato da Assiom Forex.
La situazione attuale
L'Italia, secondo il professore, ha due grossi problemi da affrontare: non cresce da dieci anni e questo comporta che il reddito vitale atteso delle generazioni future sarà peggiore o uguale a quello delle generazioni precedenti, e la recessione dell'Eurozona.
Ma il vero grosso problema del Paese e dell'intero Vecchio continente è che un' unione monetaria concreta ancora non c'è. "
Serviva un coordinamento ex ante - denuncia Vaciago - che significa fare cose diverse per uno stesso obiettivo comune e non fare tutti per forza la stessa cosa (cioè applicare misure di austerità). Finora c'è stato un coordinamento tardivo e insufficiente".
Non solo. La ricetta per risolvere la crisi del debito sovrano proposta dall'Fmi in Grecia, così come negli altri Paesi, è stata sbagliata e sempre la stessa: austerity accompagnata da svalutazione. Ma anzichè attuare una svalutazione reale della moneta, questa volta si è applicata una "deflazione domestica". Che significa? Si è cercato di recuperare competitività limitando il costo del lavoro, riducendo cioè la voce "prezzi salari". Questo ha portato sì a un miglioramento della competitività e quindi delle esportazioni e della bilancia commerciale, ma allo stesso tempo ha aumentato la disoccupazione e ha aggravato la crescita strutturale, fattore chiave nel fatidico rapporto deficit/Pil.
3 le ricette possibili
- Una grande svalutazione dell'euro con un aumento dell'inflazione. Secondo alcune stime l'inflazione in Germania potrebbe arrivare al 6%.
- Attuare ricette liberiste nei Paesi dell'Europa meridionale. "Ma proporre il liberismo in Paesi dove la disoccupazione è già altissima ci vuole un coraggio da leoni!"commenta Vaciago.
- La fine dell'euro. "Ma questa sarebbe davvero una soluzione plausibile?" si chiede Vaciago. "Non è giusto che un Paese possa entrare e uscire dall'euro come in una porta girevole d'albergo", risponde. I benefici, secondo il professore, si vedranno nel lungo periodo e proprio su questi benefici bisogna ragionare e domandarsi perchè siamo entrati nell'euro, con quali intenzioni e in vista di quali benefici.
La soluzione perfetta non c'è
"I miracoli non si fanno - dichiara il professore - Bisogna seguire quello che abbiamo iniziato e dunque far funzionare l'euro nel modo giusto". E il modo giusto consiste nel fatto che ogni Paese interiorizzi le virtù derivanti dalla moneta unica e si crei quella unione monetaria da cui deriverà un'unione bancaria e una banca centrale europea vera e indipendente.
Outlook 2013
"Sono moderatamente ottimista sullo scenario 2013 - conclude Vaciago - non prevedo la dissoluzione dell'euro a breve. Prevedo una situazione fragile, ma che potrebbe durare per anni". Un punto di svolta, secondo Vaciago, potrebbe giungere con le elezioni in Germania, in agenda a settembre 2013. Un cambiamento nella politica tedesca potrebbe far saltare alcuni equilibri, tra cui quello con il presidente della Bce, Mario Draghi. Ma anche in questo caso, Vaciago assicura: "Ci scommetto che la Merkel venga rieletta e anche se non dovesse vincere, la Germania come Paese ha ormai capito quali benefici ha tratto dall'euro".
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