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3/11/2011 | redazione
Dopo il NordAfrica, il Giappone. Non si è ancora risolta la crisi nel Maghreb che già all'orizzonte si prospetta un'altra causa di debolezza per i mercati finanziario. Questa volta è stata la natura a voler rendere ancora più flebili e incerti i mercati finanziari.
La preoccupazione principale riguardo il terribile terremoto che ha colpito il paese nipponico è che questo evento andrà a ripercuotersi sulla già difficile condizione del paese. Qualche settimana fa i dati sul PIL (in calo dell'1,1%) e sulla disoccupazione (i disoccupati erano saliti a 1,21 milioni di unità, +20% rispetto all'anno precedente) confermavano la diffusa idea che l'economia del paese stesse arrancando, come la produzione automobilistica.
Ma a preoccupare è soprattutto la situazione dei conti pubblici, che vede il Giappone il paese con il più alto rapporto fra debito pubblico e Pil: con il suo 192% del 2010 sul quale peserà anche l'evento di oggi che ricorda il drammatico terremoto del 1995 che devastò Kobe e provocò più di 6400 vittime. Nei mesi successivi il Pil nipponico scese del 2,5%, ma soprattutto innescò una dinamica recessiva durata circa un decennio.
La prima ripercussione sui mercati ha riguardato invece il petrolio. Oggi i prezzi del greggio sono scesi per la prima volta da una settimana sotto i 100 dollari. Il Giappone, infatti, è il terzo maggior consumatore di petrolio al mondo.
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