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11/7/2012
Investimento o speculazione?
"Nel lungo periodo, l’investitore vince, lo speculatore perde".
È questa la filosofia di Jack Bogle, fondatore ed ex amministratore delegato del Vanguard Group, che motiva il suo pensiero nel libro dal titolo The Clash of the Cultures.
“La differenza tra questi due mondi si è cominciata a notare su scala globale negli anni ’90, durante l’era dell’informatizzazione della finanza, quando il prezzo dei titoli è diventato più importante del proprio valore intrinseco. Quando ci si concentra solo sul prezzo, si sta semplicemente scommettendo” ha dichiarato Bogle in un’intervista rilasciata a Morningstar.
L'a.d. di Vanguard spiega che l'acquisto di un titolo con l'idea di venderlo in futuro ad un prezzo più alto è una tecnica molto pericolosa, poiché spinge i manager d’azienda e gli analisti finanziari a guardare solo nel breve periodo, trimestre per trimestre.
"Questa tendenza è nata negli anni ’80, quando comprare azioni e rivenderle sembrava la strada più facile per fare soldi, ma non esiste una strada facile”, puntualizza Bogle.
Il mercato è orientato più alla speculazione o all'investimento?
“Se chiamiamo investimento tutto ciò che assolve alla funzione di base del sistema finanziario, ovvero immettere capitale in aziende in cui si crede, perchè sono innovative o ben consolidate o altro, possiamo misurare questa attività in circa 250 miliardi di dollari all’anno”, afferma Bogle.
“Se invece chiamiamo speculazione l’attività di trading, la possiamo misurare in circa 33 mila miliardi di dollari ogni anno. Insomma, il 99,2% del mercato azionario si basa sulla speculazione”.
Speculara o non speculare?
“La verità è che la speculazione presenta una tendenza naturale all’autodistruzione, attraverso i ribassi di mercato e le crisi create da essa stessa; non a caso negli ultimi anni l’attività di high frequency trading è notevolmente diminuita”, spiega il fondatore di Vanguard.
“E poi molti investitori hanno ormai capito che sul lungo periodo lo speculatore perde, è quasi una legge matematica. Prendiamo l’investitore medio, che compra le azioni presenti nell’indice S&P 500 e le tiene nel lungo periodo, poi prendiamo lo speculatore medio che compra e vende quelle stesse azioni molto di frequente; è sicuro che alla fine, al netto di tutti i costi di transazione, lo speculatore avrà un rendimento netto più basso”.
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