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8/2/2012 | Redazione Advisor
La Federal Reserve di Ben Bernanke non agisce, ma, scrive il Financial Times, si prepara ad operare mandando una ventata d'aria pura all'economia. Di fatto, per il momento, la Fed non ha mosso un dito sui tassi a breve termine (Fed Funds) piazzandoli al minimo storico (tra 0,0% e 0,25%), sino a mantenere invariata l'intera politica monetaria degli Stati Uniti.
Dunque, nulla di fatto per il quantitative easing di terza generazione. Tassi "eccezionalmente bassi" almeno fino alla fine del 2014, volatilità, economia in rallentamento, disoccupazione in crescita. Lo scenario, per chi sperava che la Fed subisse le pressioni dei mercati, rimane ricco di nodi. Il fatidico QE lo troveremo, forse, nel mese di settembre ed in concomitanza con dati economici più negativi. Nel frattempo, la palla del destino delle economie mondiali passa alla Bce di Mario Draghi. Mentre la banca centrale americana dichiara di essere pronta ad ulteriori misure e rafforzamenti, ora tocca alla Bce muovere la prossima pedina.
Il dollaro si è mantenuto negli scambi asiatici in prossimità dei livelli registrati sui principali cross dopo che la Fed non ha offerto nuovi stimoli. Il mercato è adesso concentrato sull'appuntamento con la Bce e in attesa della conferenza stampa di Mario Draghi delle 14,30 dopo il consiglio mensile Bce che termina alle 13,45 con il verdetto sui tassi.
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