Tempo di lettura: 2min

Italia, tutta la verità sullo spread

7/16/2012 | Redazione Advisor

Dei circa 485 punti base del premio di rendimento che l'Italia paga rispetto ai Bund tedeschi per collocare titoli di Stato decennali, ecco quanti non sono giustificati dagli elementi di lungo termine del bilancio e dell'economia del paese.


 

Dei circa 485 punti base del premio di rendimento che l'Italia paga rispetto ai Bund tedeschi per collocare titoli di Stato decennali, almeno 200 non sono giustificati dagli elementi di lungo termine del bilancio e dell'economia del paese.

 
Lo riporta l'agenzia Reuters prendendo a prestito i commenti del Fondo monetario internazionale. L'aggiornamento del 'Fiscal monitor' mostra in un grafico che per la Spagna i punti base 'non giustificati' sono poco inferiori a 200, mentre per il Portogallo - Paese sotto programma di aiuti internazionali - la parte 'non fondamentale' dello spread è addirittura di quasi 600 punti base.

 
I rilievi dell'organismo multilaterale sulla forbice Btp/Bund coincidono dunque con le parole del ministro dell'Economia Vittorio Grilli e dal governatore di Bankitalia. Entrambi aveano offerto un giudizio piuttosto severo sui mercati nei confronti dell'Italia che, appunto, avrebbe intrapreso un serio programma di consolidamento del bilancio.

 
Nel documento del Fondo si sottolinea che occorrono soprattutto riforme dell'architettura dell'Unione monetaria europea. "Gli attuali spread sovrani sono ben al di sopra di quanto sarebbe giustificato sulla base dei fondamentali di bilancio e non, suggerendo che sono necessarie riforme di ampio raggio che abbiano un effetto duraturo sulle aspettative" sostiene il Fondo.
"In particolare sarà di cruciale importanza rompere il legame tra il bilancio degli Stati sovrani e quelli delle banche".

 
Per il Fondo monetario la decisione presa dal summit europeo a fine giugno di creare un meccanismo di sorveglianza bancaria unico è un passo nella giusta direzione, verso un'integrazione di bilancio più profonda e un'unione bancaria completa.
 

Per una maggiore integrazione di bilancio, il Fondo suggerisce l'introduzione di debito comune della zona euro ma in "forma limitata", accompagnata da una governance appropriata.

 
Nell'aggiornamento del Fiscal monitor il Fondo prevede che l'Italia registrerà un piccolo avanzo strutturale nel 2013 (0,7% del Pil), nonostante un'economia vista in contrazione quest'anno e il prossimo (di 1,9% e 0,3% rispettivamente). Quanto al debito/Pil, il documento contiene per l'Italia le previsioni aggiornate di 125,8% per il 2012 e 126,4% 2013.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?