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5/18/2012 | Massimo Morici
Aumenta l'influenza dei mercati emergenti sull'economia globale, mentre i paesi emergenti continueranno a crescere a ritmi superiori, ma sostenibili rispetto alle nazioni sviluppate, nei prossimi decenni. “Questi paesi hanno fondamentali solidi per sostenere la propria crescita grazie a trend demografici positivi, un aumento dei consumi e bilanci in salute. Crediamo che la crescita tra i mercati sviluppati e quelli emergenti rimarrà sostanziale, date le strutturali differenze sia a livello pubblico sia privato”, spiega ad AdvisorOnline Simon Godfrey (nella foto), investment specialist Mercati emergenti di BNP Paribas Investment Partners.
Inoltre, le valutazioni degli emergenti sono molto attrattive. "Alla fine di aprile 2012, l'indice MSCI Emerging Markets Index - prosegue - ha scambiato a 10.0x mentre l'MSCI World a 12.0x. Le correnti valutazioni, poi, sono economiche anche relativamente a una relazione di lungo termine. In breve, crediamo che molta dell'incertezza sul mercato sia già prezzata nelle correnti valutazioni e che i fondamentali rimangano attrattivi".
Ma non tutti gli emergenti sono uguali: all'interno esistono ampie valutazioni tra regioni e paesi. "Al momento sovrapesiamo il Brasile - aggiunge - visto che le previsioni su occupazione e bilancia commerciale suggeriscono che l'economia sia relativamente solida. La domanda interna potrebbe essere ben supportata dal calo dei tassi di interesse. Anche l'Indonesia è molto attrattiva con tassi di interesse bassi: l'inflazione sembra destinata a calare strutturalmente, in seguito al supporto dello sviluppo delle infrastrutture, a quote di mercato in espansione dei retailer e a un aumento degli investimenti diretti che dovrebbero contribuire a ridurre i costi di distribuzione e ad aumentare la fornitura di beni in base alle previsioni dei rispettivi settori".
Meno attraenti, secondo Godfrey, ma comunque interessanti, appaiono infine sia Taiwan sia il Sudafrica, per le seguenti ragioni: il primo, considerando la sua economia molto ciclica e più esposta agli Stati Uniti e all'Europa; il secondo perché al momento è troppo costoso.
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