Albo dei consulenti? Stenta a partire. La causa? Mancanza di fondi, o meglio di finanziatori. A confermarlo sarebbe anche il responsabile della divisione intermediari di Consob, Giuseppe D’Agostino che nell'intervista rilasciata al magazine Advisor (e disponibile in versione integrale su AdvisorProfessional) sottolinea che l'organismo per essere autosufficiente avrebbe bisogno di un finanziamento.  

"La stima evidenziava la necessità di un mercato di 5.000 unità per il fabbisogno. Nello studio si evidenziava, inoltre, che l’organismo avrebbe necessitato di un milione e mezzo di euro per sostenere i costi di impianto e di circa un milione per i primi due anni di attività. Ci siamo resi conto della necessità di un finanziamento e abbiamo provato - invano - ad ottenere l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Ora la situazione si è bloccata al Ministero dell’Economia. È da gennaio che si va avanti, ma ad oggi non ci sono novità" racconta D'Agostino.

"Ora stiamo sondando un’altra opzione che consiste nello svolgimento - in via transitoria - della funzione di vigilanza sanzionatoria da parte della Consob e nell’impiego di altri enti pubblici, per esempio le Camere di Commercio, per le funzioni di tenuta e di gestione dell’albo e per lo svolgimento delle prove valutative: si tratta di una soluzione che - ribadisco - deve essere intesa come transitoria, in attesa della costituzione del competente Organismo" continua D'Agostino.

Mentre sul fronte APF D'Agostino conferma che è stato avviato "uno studio di fattibilità che prevede il passaggio delle funzioni di vigilanza sanzionatoria dalla Consob all’Organismo dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). I tempi non sono comunque controllabili. Noi ci siamo dati come termine per lo studio un tempo tra i 6 e gli 8 mesi. Tuttavia..." 

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