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1/4/2017
La categoria dei fee only aspetta da oltre 10 anni l’avvio dell’albo professionale. Fino a ora si è andato avanti a suon di proroghe e i consulenti indipendenti hanno operato in una sorta di limbo in cui erano autorizzati a prestare il servizio di consulenza pur in assenza di un albo; precluso l’ingresso a nuovi soggetti. In pratica si è congelato lo sviluppo di una categoria professionale. AdvisorOnline.it ha intervistato Massimo Scolari (nella foto), presidente di Ascosim.
Presidente, questa volta sarà davvero l’ultima proroga o c’è il rischio di un altro rinvio?
L’approvazione delle norme relative al nuovo Albo dei Consulenti Finanziari, avvenuta a fine dicembre 2015 con la legge di stabilità, aveva riacceso le speranze tra gli operatori del settore circa una definizione del quadro regolamentare della consulenza finanziaria. Nei dodici mesi trascorsi abbiamo invece dovuto verificare che l’unica applicazione della nuova normativa ha riguardato la gli ex-promotori finanziari che hanno assunto la denominazione di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede. A oggi non è stato comunicato un programma per la pubblicazione dei regolamenti dai quali dipende l’effettiva partenza del nuovo albo. In tali circostanze è assai difficile fare pronostici. Frequentemente riceviamo domande e richieste da diversi soggetti, soprattutto giovani, che vorrebbero intraprendere la professione del consulente ai quali non possiamo fornire risposte chiare sulle prospettive dell’albo.
Perché ci sono voluti oltre 10 anni per fare l’albo dei consulenti indipendenti?
Evidentemente ci sono stati numerosi ostacoli. Nessuno si è mai ufficialmente assunto la paternità di questi rinvii, ma è certo che siano stati posti da soggetti assai diversi e per diverse finalità. Si è dovuto attendere che la normativa europea, con la revisione della direttiva MiFID, mettesse in rilievo l’importanza della consulenza fornita su base indipendente come importante strumento per rafforzare la protezione degli investitori.
Stando al sondaggio di Ocf, in Italia ci sarebbero circa 1.400 soggetti che potrebbero iscriversi alla sezione dedicata ai consulenti autonomi. Cosa pensa di questi numeri e da chi è composto il mondo fee only italiano?
I risultati del sondaggio effettuato dall’Ocf, incomprensibilmente, non sono stati resi pubblici. È un peccato perché dagli esiti di quel sondaggio si potrebbero ottenere importanti informazioni circa la dimensioni e le caratteristiche del settore della consulenza finanziaria. Da nostre informazioni raccolte sul mercato abbiamo l’impressione che il numero dei consulenti finanziari indipendenti e delle società di consulenza finanziaria sia anche maggiore di quanto rilevato nel sondaggio che, ricordiamo, non aveva carattere di obbligatorietà. Tenuto conto della numerosità dei soggetti che intendono iscriversi all’albo, stiamo lavorando per mettere a disposizione dei consulenti e delle società di consulenza strumenti informatici che consentano una gestione ordinata e documentata dell’attività di consulenza e per fornire alle autorità le informazioni utili ai fini della vigilanza sul settore.
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