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Mifid 2, Barnier rilancia sul divieto all'inducement

11/2/2012 | Marcella Persola

Continua il botta e risposta in Europa tra chi vuole vietare le commissioni per gli advisor e chi vuole salavguardarle. Gli ultimi a scendere in campo, in uno scontro epistolare, sono il commissario europeo e...


 

Continua il botta e risposta in Europa tra chi vuole vietare le commissioni per gli advisor e chi vuole salavguardarle. Gli ultimi a scendere in campo, in uno scontro epistolare, sono il commissario europeo per la regolamentazione in campo finanziario Michel Barnier e il presidente del Fecif Vincent Derudder. 

 

Sembra che al commissario europeo non sia proprio andata giù l'affermazione del presidente dell' European Federation of Financial Advisers e Financial Intermediaries che ha asserito in una letetra che in Europa si vuol fare uno "tsunami delle regolamentazioni" e che la proposta della Commissione Europea di voler vietare le commissioni ai financial advisor, che farebbe parte del ridisegno della normativa MiFid II, creerebbe dei cambiamenti radicali alla normatica originaria già implementata nel novembre del 2007 a danno degli intermediari.

 

Il commissario però non ha voluto sentire ragione e ha sottolineato, in una lettera rivolta direttamente a Derudder, e al momento top secret, ma di cui nè da notizia Investment Week, che "già la crisi economica ha dimostrato una serie di debolezza della struttura regolamentare esistente" e che in merito all'indipendenza "quando un advisor riceve pagamenti da una terza parte non si può considerare indipendente, l'intermediario non dovrebbe ricevere inducement da terze parti, perché nel momento in cui riceve pagamenti da terze parti non dovrebbe più presentare quel servizio ai clienti come indipendente". Posizione che è condivisa anche da altri all'interno della Commissione. La polemica insomma non sembre giungere a conclusione, anche se c'è chi come Paul Stanfield, chief executive di FEIFA (federation of European Independent Financial Advisers) sottolinea che la soluzione si potrebbe trovare in una via di mezzo, ossia: non proporre uno stretto divieto, quanto piuttosto un buon disclosure. Ma a quanto pare alla Commissione questo termine non sembra molto gradito. 

 

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