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Fondi: crollo degli azionari, bene i difensivi

5/11/2020 | Redazione Advisor

Ecco i prodotti che hanno perso di più durante la pendemia Covid-19. Nemmeno la gestione attiva è riuscita a limitare i danni


Nessun fondo ha resistito allo tsunami Coronavirus. I più colpiti, come si legge su Plus 24, l’inserto del Sole 24 Ore, sono stati gli azionari che “hanno perso il 21,4% nel primo trimestre dell'anno e quasi i117% dal 19 febbraio scorso, quando il Coviud-19 si è diffuso anche in Italia. In generale, i cali sono un po' più marcati dell'indice delle azioni globali Msci World”. In particolare, a segnalare le performance peggiori, sono stati “quelli focalizzati sui Paesi Emergenti e in particolare sull'America Latina, che in alcuni casi hanno dimezzato il patrimonio”.

Penalizzati anche i fondi specializzati sulle materie prime -17% dai massimi di febbraio. “La riduzione del prezzo del greggio (-64% quello del Texas dal 19 febbraio), si legge sempre sul Plus 24 - ha fatto la parte del leone, ma l'impatto dell'epidemia è stato incisivo per tutte le risorse di base; ad eccezione dell'oro e dei metalli preziosi, che invece hanno beneficiato della ricerca di protezione degli investitori. Il metallo giallo ha guadagnato oltre il 10% da inizio anno e più del 30% negli ultimi dodici mesi”.

C’è chi ha limitato i danni, ovvero come “i fondi esposti a società del settore salute, per esempio, hanno perso il 5% dal 19 febbraio (l'11% da inizio anno). L'indice Msci globale salute è sceso del -4% e -11% negli stessi periodi”.

Non si sono salvati gli obbligazionari “subissati dai riscatti e dalla diminuzione del valore delle quote. La media (-6,5%) è zavorrata dalle emissioni ad alto rendimento (-12%) e dei paesi emergenti (-14%), tipologie molto gettonate dai risparmiatori a caccia di cedole più generose di quelle risicate dei titoli sicuri, ma che hanno preso un forte schiaffo per la loro minore affidabilità”.

Un capitolo a parte per i difensivi tra cui “i fondi monetari in franchi svizzeri (+1,5%) in titoli di debito giapponesi (+1,3%) o in governativi Usa (+3,4%) finora sono usciti vincenti dalla pandemia. Merito del rialzo delle valute considerate rifugio”.

Nemmeno la gestione attiva è riuscita a limitare i danni visto che “due fattori remano contro il valore aggiunto dai gestori: la liquidità abbondante fornita dalle banche centrali alimenta balzi generalizzati, ma pure ribassi uniformi se c'è avversione al rischio”.

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