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5/6/2015
Il 2014 è stato un anno volatile per i mercati. E i mercati volatili, di norma, sono ritenuti terreno fertile per i gestori attivi, che possono fare leva sulle proprie abilità di stock picking e beneficiare delle disparità rilevate all’interno del mercato. Tuttavia, per la maggior parte dei fund manager azionari lo scorso anno non è stato particolarmente felice, soprattutto se si considera la capacità di generare alpha, quel valore aggiunto dato dal gestore, attraverso la selezione dei titoli, che dovrebbe spingere gli investitori a scegliere un prodotto a gestione attiva piuttosto che un fondo indice o un Etf, che si limitano a replicare un indice di riferimento.
E’ quanto emerge dall’ultimo Europe S&P Indices Versus Active Funds (SPIVA®) Scorecard, l’analisi semestrale di S&P Dow Jones Indices relativa ai dati di fine 2014, che misura l’andamento dei fondi a gestione attiva in relazione ai rispettivi benchmark S&P. Lo studio rileva forti difficoltà da parte dei gestori azionari a battere i propri indici di riferimento utilizzati per valutare le performance di un fondo e quindi le abilità di un fund manager di fare meglio del mercato.
In dettaglio, l’83% dei fondi a gestione attiva investiti nei mercati azionari europei ha conseguito risultati inferiori all’S&P Europe 350, mentre addirittura il 94% dei fondi a gestione attiva investiti nei mercati azionari statunitensi non è riuscito a superare l’S&P 500. Allargando lo spettro anche all’Asia e all’America Latina, il 90% dei fondi a gestione attiva investiti nei mercati azionari globali non è riuscita a battere l’S&P Global 1200, mentre il 76% dei fondi a gestione attiva investiti nei mercati emergenti ha sottoperformato l’S&P/IFCI nel 2014.
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