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6/26/2012
Nel 2011, i Fondi sovrani esteri hanno investito 80,9 miliardi di dollari, con una crescita del 42% rispetto al 2010.
E' quanto emerge dal "Sovereign Wealth Fund Annual Report 2011" su 31 fondi sovrani, realizzato dal Sovereign Investment Lab del Centro Baffi dell'università Bocconi.
Il 43% della spesa complessiva di tutte le operazioni ha riguardato il settore finanziario (35,2 miliardi dollari), con la "necessità di ricapitalizzare le banche domestiche".
Settore immobiliare
Inoltre, sono tornati alla ribalta gli investimenti nel mattone delle "city" da Londra a New York: complessivamente nel Real Estate sono stati spesi 13,4 miliardi di dollari. Grande attenzione anche verso le infrastrutture e le commodity (13,2 miliardi idrocarburi e 6,5 miliardi infrastrutture e utilities) che "hanno assolto alla necessità di diversificazione".
Mete d'investimento
In particolare i Fondi sovrani prediligono investire in Paesi industrializzati (55%): la loro attenzione è concentrata sulle imprese "che coniugano le garanzie di governance garantite dalla localizzazione nei paesi Ocse a una forte proiezione sui mercati emergenti, che sono il vero obiettivo degli investitori". Per il direttore dell'istituto autore della ricerca, Bernardo Bortolotti, "la crescita può essere attribuita a quattro fattori: la maggior attenzione alle attività di questi fondi; la maggiore trasparenza che il settore si è imposto; la ridotta concorrenza dovuta alla crisi finanziaria; il fatto che i fondi stiano riportando al proprio interno la gestione di capitali che erano affidati agli asset manager". Lo studio evidenzia che i fondi sovrani asiatici muovono le loro risorse soprattutto verso gli Stati Uniti (area del dollaro), mentre quelli mediorientali concentrano la loro "potenza di fuoco" in Europa.
Italia
Non ci sono dati specifici sull'Italia ma a integrazione della ricerca il direttore Bortolotti riferisce che siamo in forte controtendenza: " il 2012 è stato un anno particolarmente per gli investimenti dei fondi sovrani in Italia, c'è stata un'unica operazione quella dei libici in Finmeccanica" prima che il regime di Gheddafi cadesse.
"Nel complesso attiriamo poco i fondi sovrani per le solite ragioni: incertezza della regolazione, troppa burocrazia, eccetera" copnclude Bortolotti.
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