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12/13/2023 | Marcella Persola
Continua la crescita degli ETF a livello globale e anche europeo. Secondo gli ultimi dati condivisi da Amundi a novembre la raccolta degli ETF domiciliati in Europa ha raggiunto i 18,1 miliardi di euro, equivalente al secondo risultato più alto da inizio anno. I flussi in entrata negli ETF azionari domiciliati in Europa hanno raggiunto un picco annuale di 12,4 miliardi di euro.
Anche a livello globale i dati non sono da meno. Gli investitori globali si sono dimostrati ottimisti allocando 137,4 miliardi di euro in ETF: le azioni hanno raccolto 97,3 miliardi di euro, mentre il reddito fisso ha registrato afflussi per 34,1 miliardi di euro.
Tornando al mercato europeo i flussi degli ETF azionari hanno raggiunto il picco annuale con un'allocazione totale di 12,4 miliardi di euro. Questi afflussi sono stati indirizzati soprattutto verso le strategie statunitensi (7,1 miliardi di euro) e gli indici del mondo sviluppato (4 miliardi di euro). Insieme rappresentano oltre il 90% dei flussi azionari complessivi di questo mese. L'allocazione ad altre esposizioni geografiche è stata piuttosto piatta, senza chiare convinzioni da parte degli investitori.
In linea con la tendenza globale, gli investitori europei hanno allocato 500 milioni di euro negli ETF del settore IT. Ciò riflette la rinnovata preferenza degli investitori per le azioni growth. Hanno ottenuto il favore degli investitori anche gli ETF quality e income domiciliati in Europa, con flussi in entrata di 200 milioni di euro ciascuno. Al contrario, le strategie value hanno subito deflussi per 800 milioni di euro.
Sul fronte invece del reddito fisso a novembre gli ETF a reddito fisso hanno raccolto 6,4 miliardi di euro. La maggior propensione al rischio degli investitori si è riflessa anche nelle loro scelte in ambito obbligazionario, con flussi in entrata pari a 900 milioni di euro per le obbligazioni high yield e 3,5 miliardi di euro per il debito investment grade. Gli investitori hanno privilegiato le obbligazioni societarie denominate in euro, destinando 3,1 miliardi di euro a queste strategie.
Le obbligazioni governative hanno registrato afflussi pari a 2,5 miliardi di euro, con una preferenza per quelle denominate in dollari Usa. Gli investitori hanno effettuato investimenti su diverse scadenze (1,2 miliardi di euro nelle scadenze a breve termine, 1 miliardo di euro in quelle a lungo termine mentre hanno disinvestito 700 milioni di euro dalle obbligazioni all maturities). L'interesse per le obbligazioni a lungo termine indica la convinzione degli investitori che i tassi d'interesse abbiano raggiunto il picco, ma le obbligazioni a breve termine sono ancora nel radar. Gli investitori hanno disinvestito 500 milioni di euro dalle obbligazioni inflation linked, una indicazione che secondo gli investitori l'indice dei prezzi al consumo ha raggiunto il massimo.
infine sul fronte degli ESG emerge che gli investitori hanno allocato solo 600 milioni di euro negli ETF ESG a reddito fisso, di cui circa 400 milioni di euro nelle obbligazioni societarie investment grade. Si tratta di meno del 10% degli asset complessivi investiti nel reddito fisso, un dato che mostra come l’ESG non sia stato secondo gli investitori un fattore chiave per la loro asset allocation nel reddito fisso. Mentre gli investitori hanno allocato 3,7 miliardi di euro nelle strategie azionarie ESG, di cui 1,9 miliardi di euro in strategie statunitensi e 1,7 miliardi di euro in indici del mondo sviluppato. L'ESG ha rappresentato circa il 30% delle allocazioni azionarie complessive.
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