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9/5/2016 | PierEmilio Gadda
Le banche svizzere tengono nonostante il super-franco e la voluntary disclosure. È quanto emerge dai dati pubblicati dall’Associazione svizzera dei banchieri, secondo cui il patrimonio gestito a li-vello aggregato, a fine 2015, era pari a 6.567,6 miliardi di franchi, in lieve flessione rispetto all’anno precedente (-1,3%): un calo riconducibile prevalentemente, secondo l’associazione, a effetti di cambio.
Nel dettaglio, le masse dei clienti nazionali sono aumentate di 74,3 miliardi (+2,3%), mentre il patrimonio dei clienti esteri, che vale poco meno della metà del totale, è diminuito di 162,5 miliardi (-4,8%).
Con una quota di mercato del 25%, il settore bancario svizzero si riconferma numero uno a livello mondiale nel segmento della gestione patrimoniale transfrontaliera.
Nel complesso, le banche hanno conseguito un utile annuo aggregato di 15,8 miliardi di franchi e un risultato operativo di 64,6 miliardi. Nel corso del 2015, il numero degli istituti elvetici, che occupano 103 mila persone, si è ridotto da 275 a 266. Da queste cessazioni di attività – spiega l’associazione in una nota, sono state interessate in particolare le banche a controllo estero (-8 unità).
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