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Credit Suisse: “La zona euro è fuori dalla deflazione”

3/4/2015 | pieremilio.gadda

Secondo gli analisti della banca d'investimento, i prezzi avrebbero toccato il fondo nel mese di gennaio


A febbraio l'andamento dei prezzi nella zona euro è rimasto in territorio negativo, -0,3%, in miglioramento rispetto al -0,6% registrato a gennaio. Secondo gli analisti di Credit Suisse, in ogni caso, Eurolandia non sarebbe impantanata in una vera e propria spirale deflattiva. “Il calo dei prezzi non è sufficientemente diffuso, ampio e generalizzato, le aspettative d'inflazione mostrano alcuni segnali di ripresa e la Banca centrale europea si è impegnata a portare avanti il programma di quantitative easing finché il sentiero dell'inflazione non sarà coerente con il raggiungimento dei suoi obiettivi, ovvero il target del 2%”, scrivono gli analisti in una nota.

 

Il programma di acquisti annunciato da Mario Draghi comincerà il 9 marzo. Ufficialmente dovrebbe potrarsi fino a settembre del 2016 ma potrebbe proseguire oltre se a quel punto le aspettative sulle dinamiche dei prezzi al consumo fossero ancora troppo basse. Secondo gli analisti della banca d'investimento svizzera, è probabile che l'andamento generale dei prezzi (la cosiddetta headline inflation, che comprende food ed energia) abbia toccato il minimo a gennaio. Dati preliminari superiori alle aspettative in Germania, Spagna e Italia sembrano confermarlo. “Nella prima metà dell'anno la headline inflation crescerà rimanendo però, probabilmente, sotto zero”. Ciò che preoccupa gli analisti di Credit Suisse, oltre alla dinamica dei prezzi di cibo ed energia è semmai la debolezza dell'inflazione core (al netto di food ed energia) che a gennaio è caduta ai minimi, schiacciata da beni non durevoli, servizi ricreativi, trasporti e altri servizi: un dato che riflette l'andamento della domanda e delle componenti sensibili all'andamento del petrolio.

 

“La core inflation resterà debole nel 2015, in conseguenza di un allargamento dell'output gap nel 2014”. Nel 2015, però gli effetti del Quantitative easing, un giro di boa ciclico negli indicatori della zona euro e il deprezzamento della moneta unica dovrebbero generare una pressione al rialzo. “Ci aspettiamo che la core inflation si attesti allo 0,7% nel 2015 e risalga all'1,1 nel 2016”.

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