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5/21/2014 | pieremilio.gadda
Il Private banking italiano gode di buona salute. Nonostante l’andamento dei tassi e la mancata creazione di nuova ricchezza. Secondo stime dell’Aipb, l'associazione di categoria, il patrimonio gestito dalle strutture dedicate ai clienti Private ha raggiunto i 467 miliardi di euro a dicembre 2013, il 7,9% in più rispetto al 2012, il miglior risultato degli ultimi 4 anni. L’aumento delle masse gestite è riconducibile per un 4,2% alla crescita della raccolta netta e per il restante 3,7% all’effetto mercato (+3,7%), favorito dalle buone performance realizzate nel 2013 dai listini azionari e da alcuni segmenti del reddito fisso, in particolare alla periferia del Vecchio Continente. Il tasso di penetrazione sul mercato potenziale, tuttavia, è rimasto sostanzialmente stabile, pari al 49,9% della ricchezza finanziaria complessiva detenuta dalle famiglie con più di 500 mila euro. Era il 48,7% a dicembre del 2012. Nel corso dell’anno, le private bank hanno comunque recuperato marginalità, migliorato la produttività delle reti commerciali e l’efficienza del servizio, con una diminuzione del cost income.
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