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9/10/2012
La decisione presa giovedì dalla Bce, con il nuovo programma di acquisti di bond, probabilmente darà "benefici" all'eurozona ma, allo stesso tempo, presenta rischi.
Lo sostiene l'agenzia di valutazione S&P sottolineando che la scelta annunciata da Mario Draghi, seppur "ampiamente in linea con le nostre aspettative", non ha alcun effetto sui rating dei singoli paesi dell'area né sulle loro prospettive.
"Crediamo che queste iniziative - ha affermato l'analista di S&P, Moritz Kraemer - possono contribuire a stabilizzare il mercato obbligazionario primario dell'eurozona e rafforzare la volontà dei governi degli stati membri della cosiddetta periferia - tra cui Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda - a proseguire il loro impegno di riforma economica e di bilancio".
Le riforme, ha precisato, potrebbero contribuire a sostenere la qualità del credito di questi paesi.
Tuttavia, ha aggiunto ancora Kraemer, le prospettive negative riconosciute da S&P a 15 dei 17 stati membri dell'eurozona riflettono i dubbi circa la capacità dei governi di adottare le misure necessarie. In sostanza, dice, la loro risposta politica al riguardo dei problemi "rimane gravida di incertezze". Anche perché, spiega, "a livello europeo abbiamo osservato una crescente stanchezza per i programmi di aiuti ai paesi in crisi da parte in alcuni paesi del cuore dell'eurozona come la Germania, l'Olanda e la Finlandia".
Infine a livello nazionale S&P ha rilevato "difficili sforzi di cooperazione" tra le istituzioni federali e provinciali in Spagna e le "incertezze politiche" nelle elezioni previste a inizio 2013 in Italia.
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