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Reti, sale il patrimonio gestito: stabili i BTP dopo due anni di crescita

11/14/2024 | Redazione ADVISOR

Secondo Assoreti, la quota di titoli di Stato nei portafogli, è rimasta al 9%, mentre i fondi comuni hanno registrato un aumento dello 0,3%, arrivando a rappresentare il 27,4% del totale


Il patrimonio dei risparmiatori, seguiti dalle Reti di consulenza, sale a 879,9 miliardi. Come comunica Assoreti, si tratta di una crescita del 2,8% rispetto alla valorizzazione di fine giugno, tra raccolta netta (1,1 punti percentuali) ed effetto mercato (1,6pp). Si segnala poi un aumento del 17,9% nel confronto con settembre 2023 che vede nelle performance dei mercati finanziari il principale driver di crescita con un contributo pari a 8,9pp mentre l’attività di raccolta realizzata negli ultimi dodici mesi determina un incremento per 6,1pp (i restanti 2,9pp sono attribuibili alle modifiche intervenute sul perimetro di rilevazione).

Da rilevare che, dopo due anni di crescita sostenuta, la quota di titoli di Stato, maggioranza BTP su tutti, nei portafogli sia rimasta stabile al 9%, mentre i fondi comuni hanno registrato un aumento dello 0,3%, arrivando a rappresentare il 27,4% del totale.

La componente finanziaria/assicurativa/previdenziale del portafoglio raggiunge così i 754,1 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 19,5% a/a, rappresentando l’85,7% del patrimonio. Nello specifico, la valorizzazione dei prodotti del risparmio gestito si attesta a 546,5 miliardi, segnando un incremento pari al 15,9% a/a che per 10,7pp è determinato dall’andamento dei mercati finanziari; gli strumenti finanziari amministrati, pari a 207,6 miliardi, registrano una crescita del 30% a/a, per 16,1pp attribuibile ai volumi di raccolta netta e per 9,9pp al cosiddetto effetto mercato.

La componente strettamente finanziaria (Oicr, gestioni individuali e titoli amministrati) aumenta del 22,7% a/a con un effetto mercato stimato all’11,6%. I risparmi posizionati su conti correnti e depositi valgono 125,8 miliardi, con una crescita del 9,4% a/a per lo più spiegabile con le modifiche intervenute sul perimetro di rilevazione (6,5pp). La parte di portafoglio coperta dal servizio di consulenza con fee specifica (fee only/fee on top) ammonta a 125,8 miliardi e rappresenta il 14,3% del patrimonio totale.

Il valore degli Oicr, sottoscritti direttamente, si attesta a 241,2 miliardi di euro, con un
incremento pari al 19% a/a e un’incidenza complessiva sul portafoglio che sale al 27,4%.
Dinamica di crescita poco più contenuta si osserva sulle gestioni individuali (+17,6%
a/a) che così raggiungono gli 89,5 miliardi di euro, confermando la propria incidenza in
portafoglio al 10,2% e una equa ripartizione tra Gpf (44,9 miliardi) e Gpm (44,6 miliardi).
Il comparto assicurativo/previdenziale con 215,8 miliardi di euro ed una crescita del
12,1% a/a, rappresenta il 24,5% del patrimonio totale.

Il contributo complessivo delle Reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è, ora, pari a 450,6 miliardi di euro. L’incidenza sul patrimonio di sistema (1.243,2 miliardi di euro – dato provvisorio) si attesta, quindi, al 36,2%; a fine settembre 2023 era pari al 35,4%.

Nell’ambito degli strumenti finanziari amministrati, i titoli di Stato, con 78,8 miliardi, confermano il proprio peso in portafoglio al 9%; seguono i titoli azionari, con una valorizzazione in crescita a 57,7 miliardi e un’incidenza pari al 6,6%. Il 3,1% del patrimonio è rappresentato dagli exchange traded product (1,7%) e dai certificate (1,4%) sui quali si osservano dinamiche di crescita più sostenute, mentre le obbligazioni corporate rappresentano il 3,6% del patrimonio.

Massimo Doris (in foto), presidente dell’associazione, sottolinea che "il continuo incremento del patrimonio gestito dalle Reti di consulenza testimonia la capacità di cogliere le dinamiche dei mercati finanziari e le opportunità di investimento che questi offrono. In un periodo segnato da incertezze, questa capacità, insieme alla fiducia dei risparmiatori, ha consentito non solo di proteggere ma di ben valorizzare le attività finanziarie, evitando che un approccio attendista ne riducesse il valore e il potere d’acquisto".

 

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