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6/13/2024 | Lorenzo Dornetti*
Com’è il cervello di chi realizza grandi performance sui mercati? Molte ricerche hanno utilizzato sessioni di risonanza magnetica con trader e gestori professionisti. Per rendere credibili questi studi si chiedeva ai partecipanti di usare le piattaforme con cui lavorano abitualmente, utilizzando denaro reale. Le scoperte sono state davvero interessanti.
Chi ha successo tende ad avere un basso standard di attivazione emotiva e contemporaneamente un elevato livello nello sforzo cognitivo. La capacità di gestire lo stress e allo stesso tempo mantenere un alto livello di attenzione è cruciale per la performance. Chi era basso nel controllo emotivo, perdeva denaro.
Quando i livelli di stress sono eccessivi si riducono le performance mentali. Anche chi aveva un basso sforzo cognitivo non era efficace.
Questi soggetti, all’apparenza tranquilli, spesso per abitudine, operavano sui mercati con regole standard, applicando una sorta di pilota automatico decisionale, che riduce lo sforzo mentale, ma anche i relativi risultati.
Nell’immagine tratta da “Frontiers in nueroscience” si evidenzia come chi realizza alte performance mantenga attive le aree frontali (legate al controllo delle emozioni e dello stress) e le aree associative (legate alle performance mentali complesse). Le aree colorate sono i gruppi di neuroni che consumano più glucosio ed ossigeno. L’equilibrio tra controllo emotivo ed impegno mentale è determinante per il successo sui mercati finanziari. Gli studi hanno dimostrato che altre variabili come età, competenza o successi precedenti non correlano con le performance. Mantenere un cervello in questa configurazione neurale è particolarmente stressante. Come gestire i picchi di stress? Quattro tecniche sono particolarmente efficaci:
1. Respirazione
La sovra-respirazione insorge come reazione agli eventi stressanti e viene mantenuta per abitudine. Chi è troppo stressato respira velocemente. Lo stress attiva la risposta di attacco/fuga. Si determina una sopra-respirazione in assenza di una reale necessità di incremento dell’attività fisica. Il supplemento di ossigeno che viene introdotto nel corpo, attraverso ispirazioni più frequenti, non viene usato e la maggior parte espirato. Per una serie di processi fisiologici (dall’ipocapnia all’alcalosi) si osserva un impatto significativo sulle funzioni cognitive. Una delle tecniche più diffuse per riprendere il controllo dello stress è la respirazione 4-7-8. Si tratta di inspirare per 4 secondi, trattenere il respiro per 7 secondi e di espirare per 8 secondi.
La tecnica è stata inventata dal dott. Andrew Weil, specialista dell’università dell’Arizona. Questa tecnica viene utilizzata in tutto il mondo per avere ottimali livelli di stress con il consiglio di effettuare 4 cicli continui. Occorre circa 1 minuto. La sua semplicità la rende applicabile ogni volta ci si accorge che la soglia di stress è sopra il proprio limite.
2. Meditazione
Il dottor Andrew Huberman, professore alla Stanford School of Medicine ha recentemente attirato l’attenzione sull’importanza di alcune forme di meditazione, chiamate anche “sonno psichico”. L’obiettivo è il rilassamento totale da raggiungere con una meditazione guidata da immagini e suoni. Occorre ritagliarsi 10 minuti e seguire una traccia di meditazione guidata rilassante come quelle gratuite che si trovano su YouTube digitando la parola “mindfulness”.
Si può fare sdraiati o seduti, nello stanzino di un ufficio oppure al desk in un momento di calma. Alcuni la inseriscono in una routine giornaliera, al mattino o in pausa pranzo. Altri meditano al bisogno, prima di una riunione con un cliente che alza lo stress. Dopo la sessione ci si sente rilassanti e rinnovati proprio come se si avesse dormito anche se dura solo 10 minuti. La pratica disattiva il sistema nervoso simpatico, responsabile della risposta stressogena. Il più grande sponsor dell’impatto della meditazione in finanza è Ray Dalio, ne parla nella sua biografia.
3. Time Blocking
Il “time blocking” fa esattamente quello che dice. Il consiglio è suddividere la propria giornata in blocchi di tempo rigorosi e si assegnano determinati compiti alle fasce orarie nel programma. È un po’ come essere di nuovo a scuola, dove tutto è pianificato, incluso quando e quanto tempo prendi per il pranzo o pausa. È la persona a fare e rispettare rigorosamente la pianificazione. Si lavora ad una posizione dalle 10:00 alle 12:30. Si fa pausa pranzo dalle 12:30 alle 13:30. Poi segue un momento di autoformazione. E così via.
Si programma ogni compito nel calendario in precisi slot temporali. Organizzare il tempo e le priorità riduce significativamente lo stress. Chi è stressato sente di non avere il tempo per gestire tutte le attività. Avere un’agenda rigida è efficace. Alcuni hanno inserito uno “spazio imprevisti”, in cui gestire tutto quello che accade di negativo e non prevedibile, per continuare a focalizzarsi su quanto devono fare senza distrazioni.
4. Esercizio fisico
L’attività fisica regolare è uno dei migliori modi per ridurre lo stress. Gli studi sono molteplici e con tecniche diverse si ottengono gli stessi risultati.
Si passa dal fare almeno 10.000 passi al giorno (gli smartwatch misurano con estrema precisione il volume delle camminate), fino ai 20 minuti di passeggiata ogni 48 ore, per arrivare alle 2 sessioni di palestra alla settimana (con le 1.000 diverse possibilità che si trovano oggi in ogni spazio fitness).
Chiunque faccia attività fisica riesce a gestire meglio lo stress. Qualunque attività fatta con regolarità aiuta a mantenere una soglia ideale di stress.
Lo stress non è un nemico, anzi quando non c’è si affrontano le attività come “routine” e con poca attenzione. Tuttavia, l’eccesso di stress, la percezione emotiva di non avere le risorse per affrontare le situazioni, riduce le performance mentali.
Applicando poche tecniche è possibile gestire i picchi stressogeni. La frontiera neuroscientifica è avere a disposizione strumenti portatili (occhiali, orologi, bracciali, …) in grado di segnalare quando si è superata la propria soglia di stress, così da poter usare queste tecniche esattamente quando servono, spesso prima ancora di averne consapevolezza.
Prevenire è meglio che curare, anche quando si parla di stress e performance finanziarie.
*direttore Neurovendita Lab
tratto dalla rubrica Focus Education di Advisor (maggio 2024)
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