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2/10/2011 | redazione
Una piattaforma per riunire le piazze finanziarie del Vecchio Continente. Sarebbe stato questa la «soluzione migliore» per il processo di concentrazione in corso fra le borse. Ad affermarlo è sostiene l'ex presidente di Assogestioni Marcello Messori interpellato da Adnkronos, «sarebbe stato preferibile riuscire a costruire una piattaforma europea, avrebbe rafforzato il lato finanziario di una costruzione europea».
Per l'economista le fusioni che si stanno studiando suggeriscono anche un avvertimento: «più crescono i mercati, più c'è la possibilità di avere piattaforme alternative, e più è necessaria una regolamentazione adeguata e severa di questi mercati», sostiene Messori, evidenziando che «si pone un problema di insufficiente cooperazione tra autorità di regolamentazione e, in ogni e area, fra le Autorità nazionali».
In merito invece alle opportunità per le imprese italiane di sbarcare in Borsa, l'economista ritiene che «il problema per la quotazione sia dimensionale, e anche legato ad un utilizzo predatorio dei mercati azionari: si entra quando le quotazioni sono alte e si fa delisting con quotazioni basse».
Per Messori, prima di porsi il problema se le concentrazioni giovino o meno alle imprese italiane, bisogna chiedersi come incentivare le imprese ad incrementare la loro dimensione e come strutturare il capitale in modo da rendere conveniente la quotazione in borsa. Una questione non certo facile.
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