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9/21/2023 | Redazione Advisor
Una perdita choc per Eurovita (leggi qui le news relative), nel 2022. Come riporta Radiocor, il commissario straordinario Sandro Panizza ha predisposto le relazioni contabili della compagnia relative allo scorso anno da cui emerge una perdita di circa 1,5 miliardi di euro.
Un rosso, si legge su Il Sole 24 Ore, sicuramente "shock", ma da prendere anche con le pinze, dato che il bilancio 2022 di Eurovita è stato redatto in assenza del presupposto della continuità aziendale e dunque tutte le minusvalenze, accumulate sul comparto obbligazionario (principalmente su titoli di Stato italiani ed europei), sono state portate a conto economico.
In sostanza, come se la compagnia avesse dovuto vendere subito tutti i bond , dopo la tempesta sui tassi d'interesse che ha duramente impattato tutto il comparto assicurativo, anziché aspettare una ripresa dei mercati del reddito fisso e dunque un recupero del valore nominale dei titoli stessi. Proprio queste rettifiche hanno determinato buona parte del rosso del bilancio 2022, certificato da Kpmg, che tuttavia fino ad oggi non era stato né predisposto né depositato a seguito della sospensione degli organi societari per il commissariamento Ivass.
A cascata, anche il patrimonio netto di Eurovita risulta negativo per circa i miliardo di euro, mentre la controllante Eurovita Holding ha registrato una perdita attorno a 500 milioni. Come detto, i numeri 2022 attestano di certo una situazione estremamente critica, ma a fronte del processo di salvataggio in atto e dei principi utilizzati per il computo delle minusvalenze, non devono destare preoccupazioni tra la platea dei risparmiatori che hanno sottoscritto polizze Eurovita, i cui riscatti sono comunque sospesi fino a fine ottobre.
È anche vero che, se si vorrà rispettare questa scadenza, le trattative attualmente in corso tra Cronos Vita e le banche per raggiungere un accordo vincolante sul riassetto di Eurovita necessitano del classico colpo di reni. A sollecitarlo, da tempo, sono anche i soggetti istituzionali coinvolti in una partita diventata a pieno titolo di sistema, visto che la priorità - va ricordato - è evitare che le perdite della compagnia si riflettano sul patrimonio degli assicurati. Ciò anche alla luce dei rallentamenti del negoziato emersi negli ultimi giorni, seppur se tra le parti prevalga l'ottimismo, con l'auspicio che ciascuna di esse faccia uno sforzo supplementare per definire i dettagli tecnici mancanti e necessari al fine di suggellare l'intesa.
Firmati gli accordi vincolanti, Cronos Vita, guidata dal dg Alessandro Santoliquido, dovrà ricevere il via libera di Ivass a operare come compagnia e ad effettuare il trasferimento degli asset dalla vecchia Eurovita, che verrà poi messa in liquidazione. Solo in quel momento potrà essere firmato il closing vero e proprio del salvataggio, presumibilmente a fine ottobre, con Eurovita rafforzata da una robusta ricapitalizzazione e dalle garanzie delle banche sugli eventuali riscatti.
E presumibilmente in quel momento che potrebbe materializzarsi l'ingresso di nuove compagnie, si sono fatti i nomi di Axa e Cnp, al fianco delle big italiane, Generali, Intesa Vita, Unipol e Poste Vita, per ovviare al fatto che Allianz rileverà il 10% di Cronos Vita anziché il 20% ipotizzato inizialmente per ciascuna. Così, da subito, i quattro gruppi italiani avranno il 22,5%, con l'idea di trovare nuovi compagni di viaggio da qui a fine ottobre. Poi, nel medio periodo, nel giro di un paio d'anni, ci sarà la spartizione degli asset tra i soggetti coinvolti a seconda delle quote di partecipazione al progetto.
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