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Banco BPM lancia un'Opa su Anima. Cosa significa per il risparmio gestito italiano

11/6/2024 | Daniele Barzaghi

La terza banca italiana per masse punta al delisting dall'Euronext Milano del primo asset manager indipendente nazionale


Banco Bpm ha lanciato alle 18, a mercati chiusi, un'offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni di Anima Holding, tramite Banco Bpm Vita, al prezzo di 6,20 euro per azione (incorporando un premio dell'8,5%).

L'Opa è condizionata al raggiungimento di una quota complessiva nel capitale di Anima pari ad almeno il 66,67%, nonché alla conferma della possibilità per Banco Bpm di applicare all'operazione il trattamento regolamentare del Danish Compromise (qui la spiegazione).

La terza banca italiana per masse (in foto in alto l'a.d. Giuseppe Castagna) punta al delisting dall'Euronext Milano del primo asset manager indipendente nazionale.

L'offerta “è principalmente preordinata a rafforzare il modello di business di Banco Bpm Vita, che sarà trasformata in una fabbrica prodotto integrata assicurazione Vita e risparmio gestito” si legge in una nota diffusa dall'istituto di credito.

Dall'operazione dovrebbe nascere il secondo conglomerato finanziario italiano di matrice bancaria, che potrà contare su masse complessive da risparmio gestito e Vita pari a circa 220 miliardi euro, in un gruppo da 390 miliardi di asset finanziari complessivi. 

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Come è ben noto ai private banker e ai consulenti finanziari italiani il gruppo vanta infatti anche, per citare le principali divisioni, l'investment banking di Banca Akros e il wealth management di Banca Aletti, quest'ultima responsabile di oltre 30 miliardi di euro di masse, affidati a circa 300 banker guidati da Alessandro Varaldo (qui una sua intervista ad ADVISOR).

“L'Opa su Anima è un'operazione trasformativa, che rafforzerà il business model e porterà valore per gli azionisti” ha segnalato l'amministratore delegato di Banco Bpm nella call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi dell'anno.

“L'operazione è coerente con il nostro business plan, focalizzato sulle Product factory come motori strategici di crescita” ha proseguito il manager, da mesi impegnato a negare qualunque fusione di natura unicamente bancaria. “Questo modello di business consente di avere un'offerta di prodotti integrata e completa, rispondendo alle esigenze finanziarie dei clienti durante l'intero ciclo di vita, consentendo a Banco BPM di beneficiare di un maggiore contributo P&L grazie a commissioni aggiuntive e al pieno consolidamento degli utili di Anima”.

“L'operazione aiuta ad affrontare l'attuale scenario di tassi di interesse in calo diversificando le fonti di ricavi e accelerando, nel medio-lungo termine, un riequilibrio della top line verso Fees & Commissions”.

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