Continua il fermento nel settore bancario italiano ed europeo. Come riportato dal quotidiano “la Repubblica” l’incontro avvenuto a fine gennaio tra il ceo di Banco Bpm Giuseppe Castagna e quello di Credit Agricole Italia Giampiero Maioli per fare il punto sulla governance di Agos, la società di credito al consumo controllata al 61% dall’istituto francese e al 39% da quello italiano, sarebbe stata l’occasione per valutare la possibilità di un’eventuale avvicinamento tra i due gruppi, anche sulla scorta dell’interesse dimostrato da Credit Agricole di crescere ancora in Italia dopo l’acquisizione del Credito Valtellinese e dopo la manifestazione di interesse per Carige.

 

Nell’articolo si ipotizza un’eventuale struttura del deal: in una fase iniziale Credit Agricole farebbe consfuire le sue attività italiane in Banco BPM in cambio di azioni dell’istituto italiano. L’operazione sarebbe anticipata dalla cessione della joint venture Agos da BPM a Credit Agricole, con quest’ultimo che sempre secondo Repubblica si manterrebbe al di sotto della soglia di OPA almeno in una prima fase. L’operazione, prosegue l’articolo, permetterebbe in una fase successiva a Credit Agricole di fare leva sulle proprie fabbriche prodotto nella combined entity italiana, sia nella bancassurance (scadenza degli attuali accordi di Banco BPM nel 2023) che nell`asset management.

 

Secondo Equita, la fattibilità del deal dipenderebbe sia dall’effettiva volontà di Credit Agricole di mantenere un soggetto quotato in Italia, sia dall’insorgere di eventuali ostacoli sul fronte politico.
“Riteniamo che un’operazione di questo tipo, pur mantenendo alto l’appeal speculativo su Banco BPM abbia meno chance di incorporare un premio rispetto alle valutazioni di mercato” è il giudizio dell’ufficio studi dell’investment bank indipendente.