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7/27/2011 | federico leardini
Le aste dei BoT a sei mesi e dei CTz a due anni, in offerta per 9 miliardi in tutto, e delle Letras spagnole in vendita fino a 3 miliardi hanno fotografato ieri lo stato d'animo contrastato di un mercato provato, confuso e smarrito dall'evoluzione della crisi del debito sovrano mondiale: l'Europa che stancamente si avvicina al primo default sovrano nell'Eurozona e gli Stati Uniti che stanno mettendo in pericolo il rating "AAA", la più solida tripla "A" del mondo.
In questo contesto, complicato dagli scambi rarefatti tipici dei mesi estivi, il rischio-Italia ha mantenuto in asta saldamente la presa sui suoi investitori tradizionali sul breve termine, come le tesorerie delle banche italiane e straniere, i money market fund e le banche centrali che hanno alimentato una domanda complessiva risultata superiore ai 13 miliardi, aiutata anche dalla cancellazione dell'asta di metà agosto e dal ritorno dei risparmiatori acquirenti più che in passato.
Il Tesoro però ha dovuto pagare caro il prezzo della turbolenza greca e di una più generale disaffezione degli operatori nei confronti degli stati con alto debito pubblico e bassa crescita: BoT e CTz sono stati collocati con rendimenti in rialzo, rispettivamente al 2,269% e 4,038% equivalenti a 28 e 81 centesimi in più rispetto a giugno. Tiepida la domanda per le Letras a tre e sei mesi, vendute per complessivi 2,9 miliardi (sotto il tetto massimo della forchetta di 3 miliardi già ridotta dai 3,5 previsti) a tassi schizzati all'insù da giugno: l'1,899% dei titoli trimestrali, contro l'1,568% (+0,32) e il 2,519% dei semestrali contro l'1,776% (+0,74).
L'appuntamento dell'asta italiana era atteso come un banco di prova della stabilità complessiva dell'eurozona ed è stato utilizzato dai traders per misurare il livello di gradimento degli ultimi interventi affinati dai capi di Stato e di Governo europei per risolvere la crisi della Grecia e bloccare il rischio-contagio. Il fatto che i BoT siano stati collocati a un rendimento tornato sui livelli di oltre 2 anni fa (bisogna risalire al novembre 2008 per trovare un tasso più alto al 2,47%) ha confermato il nervosismo che si respira di questi tempi sul mercato dei titoli di Stato dell'eurozona periferica e semi-periferica. Ha deluso sull'Italia anche il rapporto tra domanda e offerta dei BoT di 1,56 volte: ne sono stati collocati per 7,5 miliardi contro gli 11,7 richiesti. In giugno all'ultima asta dei semestrali questo rapporto era stato di 1,72 volte, è stato fatto notare, anche se dall'inizio dell'anno è oscillato tra un picco di 1,82 volte e 1,43 volte. Il rapporto di copertura di luglio è dunque modesto, ma non ansiogeno. E non confrontabile con il rapporto delle Letras spagnole collocate per importi molto inferiori.
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