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Requisiti MiFID2: braccio di ferro tra UniCredit e dipendenti

2/15/2018

La banca si è assunta la responsabilità di operare anche con personale non idoneo in presenza di un supervisore. Ma i sindacati invitano i CF alla cautela


Nonostante la MiFID 2 sia entrata a regime il 3 gennaio, il 6% dei consulenti "private" di UniCredit, l’8% dei consulenti "retail", il 3% dei "corporate" e il 2% dei "small business" non è in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa. È quanto segnalano in un comunicato le segreterie di coordinamento dei sindacati bancari (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e UniSin) in un comunicato congiunto a seguito di un recente incontro con l’azienda tenutosi lo scorso 18 gennaio, in cui sono state affrontate tematiche quali MiFID 2 e pressioni commerciali.

I sindacati ricordano che la normativa è ancora "instabile" - anche se in vigore, la Consob non ha ancora emanato il regolamento rivolto agli intermediari - e che la banca dallo scorso settembre ha avviato un piano di formazione del personale, organizzando incontri sul territorio e percorsi di formazione ad hoc (Investment Academy). Ricordiamo che la MiFID2, oltre a maggiori vincoli nelle proposte dei prodotti finanziari offerti alla clientela, prevede precisi requisiti di conoscenza ed esperienza per gli operatori che effettuano consulenza: un'esperienza minima di 12 mesi per i consulenti finanziari laureati in economia o in altre discipline, ma con master in materie economiche; 24 mesi per laureati in discipline diverse da quelle economiche; 48 mesi per diplomati e 10 anni per chi possiede un titolo al di sotto del diploma.

Tenendo conto di questi criteri, UniCredit ha effettuato la mappatura dei dipendenti inseriti nei ruoli interessati dalla MiFID 2 (tra cui la consulenza finanziaria in materia di investimenti) in possesso dei requisiti, scoprendo che una percentuale significativa, ma non drammatica (inferiore al 10%), ne è sprovvista. Tuttavia, la direttiva, pur in mancanza dei requisiti consente a questa categoria di dipendenti di seguire i clienti con l'aiuto di un "supervisore" fino alla maturazione dei requisiti. Il supervisore è stato individuato da UniCredit "in una figura manageriale in possesso dei requisiti" ed "è presente nell struttura dove opera il dipendente da supervisionare".  La banca - scrivono i sindacati - "ha dichiarato di assumersi in toto la responsabilità di consentire temporaneamente l’operatività anche in assenza dei requisiti minimi". I sindacati, tuttavia, consigliano "ai colleghi che non fossero sicuri di possedere tali requisiti, di verificare in maniera certa, prima di operare, la propria idoneità presso le strutture aziendali e di utilizzare sempre e comunque la massima cautela". Su questi argomenti sono previsti altri incontri tra sindacati e l'azienda nelle prossime settimane.

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