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4/2/2015 | Redazione Advisor
Veneto Banca si prepara a ballare da sola. Pur non escludendo l'ipotesi di aggregazioni il CdA dell'istituto ha presentato un piano industriale 2015-2017 studiato nell'ipotesi di rimanere da sola. E lo fa nel giorno in cui viene resa nota la dura relazione della Banca d'Italia del 2013 (consultata da Il Sole 24 Ore e spedita alla Procura di Roma) sulle criticità e sulle carenze della gestione Consoli-Trinca.
"Il Piano" si legge nella nota diffusa dalla società "si pone l’obiettivo sostenibile di creare valore per i propri Soci, Territori e Dipendenti, con ritorno all’utile già a partire dall’anno 2015, attraverso l’individuazione di realistici obiettivi finanziari al 2017: un ROTE al 7,2%, 170 milioni di Euro di Utile netto e un CET1 ratio al 10,8%". E, come affermato dallo stesso direttore generale Vincenzo Consoli (nella foto), "si focalizza su un pronto ritorno sul fronte dei ricavi, sull’innovazione tecnologia e sullo sviluppo delle attività ad alto valore aggiunto, tra le quali ricordo l’investimento nel private banking e nella multicanalità, così come nel bancassurance e nello small business”.
In particolare, per quanto riguarda la rete commerciale l'obiettivo del piano è quello di procedere nel processo di semplificazione e razionalizzazione del modello operativo già intrapresa attraverso la semplificazione della rete commerciale, con l’eliminazione del livello “Area”. Nel dettaglio questo processo di semplificazione si incentrerà sullo sviluppo di un’innovativa piattaforma HR, sul riassetto delle filiali esistenti (già iniziato con il ridisegno della struttura commerciale) nonché sull’ottimizzazione lato operations, con la riduzione progressiva dei costi ASA (“Altre Spese Amministrative”) e la revisione di alcuni processi aziendali.
Secondo quanto si legge nella nota diffusa dalla società, tra il 2015 e il 2017 Veneto Banca prevede: una razionalizzazione delle strutture direzionali e societarie; un aumento della produttività; una riduzione del costo del lavoro; una riduzione prospettica del 10% dell’organico (perimetro Italia, esclusa BIM) con l’obiettivo al 2017 di 4.328 FTE (Full Time Equivalent); un ridimensionamento, per accorpamento e razionalizzazione, della rete distributiva, -70 filiali in arco di piano; una riduzione costi ASA (“Altre Spese Amministrative”) e revisione dei processi aziendali. Il 2015 rappresenta il primo anno del Piano industriale durante il quale verranno attivati gli investimenti previsti e i primi oneri non ricorrenti con benefici che verranno rilasciati nel corso del triennio. La realizzazione delle iniziative previste e il raggiungimento degli obiettivi in esso contenuti si svilupperà in un arco temporale di tre anni (2015-2016-2017).
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