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Euro: sette domande sul futuro della Francia
10/17/2014
Secondo Goldman Sachs , Parigi continuerà a restare indietro nella corsa internazionale per migliorare la competitività a causa della lenta introduzione delle riforme anche se il paese non costituisce un rischio sistemico per l'Eurozona
La Francia è balzata al centro delle attenzioni degli investitori globali, dopo il rifiuto di Parigi di adottare nuovi tagli all'economia che fa slittare il suo rientro nei parametri europei al 2017. Di seguito pubblichiamo una breve analisi in sette punti a cura di Goldman Sachs.
L’economia della Francia continuerà a frenare nei prossimi mesi?
L’economia della Francia continuerà a frenare nei prossimi mesi?
Sì, perché l'ambiente esterno è debole e gli investimenti interni fiacchi.
La crescita francese continuerà a sottoperformare quella dell'Eurozona?
Sì, perché ci aspettiamo che la fiducia delle imprese e dei consumatori continuerà a rimanere depressa, data la perdurante incertezza sulle prospettive di ulteriori riforme strutturali e fiscali.
Dobbiamo aspettarci ulteriori riforme entro la fine del 2015?
No, dato il difficile contesto politico .
Il bilancio 2015 soddisfa i requisiti Ue?
Decisamente no: ad esempio, il tetto del 3% per il rapporto deficit / Pil richiesto da Bruxelles sarà rispettato solo nel 2017.
La Francia continuerà a restare indietro nella corsa internazionale per migliorare la competitività ?
Sì, a causa dell'introduzione lenta e graduale delle riforme.
Esiste un rischio di deflazione in Francia?
No, grazie alla rigidità dei prezzi. L'economia, inoltre, non dovrebbe entrare in recessione nel breve periodo.
La Francia costituisce un rischio sistemico per l’intera zona euro?
No, grazie alle istituzioni finanziarie solide e a una forte base industriale.
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