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Panico banche, analisti a confronto

3/29/2011 | Italo Marchesi

Crollano i titoli bancari di Piazza Affari. L'annuncio di un aumento di capitale di Ubi Banca lascia presagire un effetto domino che...


 

La giornata di martedì 29 marzo è stata dominata, in negativo, della banche. A Piazza Affari le italiane affondava con Ubi che ha visto perdite superiori al 12%. Chiudono con ribassi vicine al 7% Popolare Milano (-7,06%) e Banco Popolare (-6,92%), mentre Mps, Intesa Sanpaolo e Unicredit perdono rispettivamente il 4,55%, il 4,53% e il 3,68%. A spaventare i mercati l'annuncio di un aumento di capitale. Ma quanto è giustificato questo panico da ricapitalizzazione?
 
 
"Se guardiamo ai risultati diffusi finora dalle banche italiane riscontriamo numeri tendenzialmente migliori delle attese" commenta ad Advisoronline.it Patrizio Pazzaglia, responsabile gestioni di Bank Insinger. "Quello che ha turbato Piazza Affari è stato l'annuncio a sorpresa di Ubi in merito all'aumento di capitale di un miliardo. Un aumento che non era previsto e che apre la strada, secondo molti osservatori, ad altri aumenti di capitale. In primis quello di Mps che entro la fine del 2011 potrebbe annunciare una ricapitalizzazione".
 
 
Dello stesso avviso gli analisti di Banca Berstein che prevedono per Mps un aumento di capitale pari a 1,5 miliardi di euro. Mentre Bpm, visto anche i 2 miliardi già portati a casa dal Banco Popolare, potrebbe trovarsi all'improvviso ultima tra le big del settore a procedere ad una ricapitalizzazione considerata sempre più necessaria. 
 
 
Tornando a Ubi, gli esperti di Berstein, hanno interpretato l'annuncio dell'aumento di capitale con una duplice finalità: una riguarda la scelta di mettere l'istituto in posizione competitiva rispetto alle rivali; la seconda è relativa alla scelta di acquisire un vantaggio in eventuali operazioni di M&A.
 
 
"Ma nel breve" continua Pazzaglia "il titolo Ubi ne risentirà anche perché l'aumento di capitale di un miliardo determina una diluzione dell'utile per azione nel 2011-2012". Nel medio-lungo periodo gli analisti non cambiano le raccomandazioni ma arrivano i tagli al target price: per Equita Sim Ubi vale 7,4 euro, per Morgan Stanley vale 6,2 euro.

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