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7/11/2012 | Roberto Abate
Le Poste sarebbero pronte a potenziare oltre 1.000 sportelli. Lo scrive Repubblica, secondo cui Poste Italiane avrebbe inviato all'Agcom un piano di riorganizzazione, in cui sarebbe stato allegata una lista delle strutture "anti-economiche". Si tratta, in particolare, di 1.156 sportelli a rischio chiusura e di altri 638 da razionalizzare riducendo l'orario e i giorni d'apertura.
Certo, ancora si tratta di un’ipotesi sulla carta, ha spiegato al quotidiano l’a.d. di Poste Italiane Massimo Sarmi (nella foto), aggiungendo però che gli sportelli in questione sono effettivamente sotto i parametri di economicità. E per non tagliarli, Poste Italiane sta raggiungendo accordi con gli enti locali per trasformarli in centri multiservizi, in cui potranno essere rilasciati i certificati anagrafici o saldare il ticket sanitario.
Una soluzione, quest'ultima, che oltre a portare gli uffici periferici sopra i parametri di economicità, potrebbe riuscire ad aumentarne la capacità attrattiva grazie all'ampliamento dei servizi offerti dal gruppo. Ad oggi, infatti, come ha ricordato ad ADVISOR (numero di luglio) Claudio Raimondi, responsabile vita e marketing di Poste Italiane, il gruppo propone i suoi prodotti esclusivamente attraverso i propri uffici postali e in futuro l'obiettivo è sviluppare una rete di professionisti che possa raggiungere i clienti anche all'esterno.
Tuttavia, secondo i sindacati non ci sarà alcun rilancio dei piccoli sportelli periferici: la chiusura di circa 1.200 uffici postali, infatti, è "una scelta che Poste Italiane ha già fatto", tanto che è stata "comunicata ufficialmente ai sindacati di categoria", ha dichiarato il segretario della Cisl Poste, Mario Petitto.
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