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6/25/2012
"Piano B": uscire dall'euro, un'ipotesi che finora neppure i greci hanno voluto accogliere, preferendo la prospettiva di rinegoziare le condizioni poste nei piani di aiuto.
Un salto nel buio, per un Paese che, scrive Milano Finanza, non ha nessuna possibilita' reale di sopravvivere decentemente senza un continuo sostegno finanziario dall'estero: dal 1980 (primo anno da cui sono disponibili le statistiche omogenee del Fmi) al 2012, la Grecia ha registrato costantemente un disavanzo delle partite correnti. L'accumulo del passivo annuale in rapporto al pil di ciascun anno porta ad uno stratosferico 183,4%, livello assai simile a quello del Portogallo, pari al 181%. La Spagna ha accumulato un disavanzo del 97% sul pil: sono tre Paesi che fondano l'attuale tenore solo sui prestiti esteri. In futuro, forse potranno contare sulla solidarieta' sociale, nell'ambito di una Unione federale europea. Altrimenti dovranno impoverirsi, come stanno gia' facendo.
L'Italia ha una situazione ben diversa: nello stesso periodo, dal 1980 al 2012, ha accumulato passivi cumulati per un 39% del pil, alternando fasi diverse: passivi dal 1980 fino alla svalutazione del '92, successivamente attivi cospicui fino all'ingresso nell'euro, quindi un moderato sbilancio, drasticamente elevatosi a partire del 2008. Le differenze sono evidenti e a tutti ben conosciute: il sistema economico e produttivo italiano e' stato in grado di tenersi in equilibrio a lungo, sia nella competizione infraeuropea sia esterna all'area dell'euro, ma e' stato penalizzato dalla rivalutazione di quest'ultimo sul dollaro.
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