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4/6/2022 | Redazione Advisor
Il debito pubblico globale dovrebbe toccare la cifra record di 71.600 miliardi di dollari nel 2022 e l’aumento di un settimo degli interessi passivi ricadrà sui contribuenti. Nel 2022 il debito sovrano globale aumenterà del 9,5% (+6.200 miliardi di dollari alla cifra record di 71.600 miliardi di dollari). A trainare l’incremento saranno in particolare gli USA, il Giappone e la Cina anche se l’ulteriore aumento dei prestiti interesserà quasi tutti i Paesi. E' quanto emerge dal secondo Janus Henderson Sovereign Debt Index annuale.
Nel 2021 il debito pubblico globale è balzato a 65.400 miliardi di dollari, un ammontare mai raggiunto in precedenza. In valuta costante l’indebitamento statale è aumentato del 7,8% poiché i governi hanno contratto prestiti supplementari per 4.700 miliardi di dollari netti. Dall’inizio della pandemia, il debito sovrano globale è cresciuto di oltre un quarto (da 52.200 miliardi di dollari a gennaio 2020 all’attuale record).
In ciascuno dei paesi esaminati da Janus Henderson si è registrato un incremento dei prestiti nel 2021. Il debito della Cina, in aumento di un quinto (650 miliardi di dollari), è cresciuto al ritmo più sostenuto, in gran parte in termini di liquidità. Tra le principali economie avanzate è stata la Germania a riscontrare il maggior ampliamento percentuale: i prestiti, infatti, sono cresciuti di un settimo (+14,7%) a una velocità quasi doppia rispetto alla media globale.
Nonostante l’impennata senza precedenti dei prestiti, i costi di servizio del debito sono rimasti contenuti. Lo scorso anno il tasso di interesse effettivo sul debito governativo nel complesso era di appena l’1,6%, in calo rispetto all’1,8% del 2020. Pertanto, il costo totale per il servizio del debito è sceso a 1.010 miliardi di dollari a fronte di 1.070 miliardi di dollari nel 2020. La robusta ripresa mondiale ha permesso il miglioramento del rapporto debito/PIL globale dall’87,5% nel 2020 all’80,7% nel 2021; il rimbalzo dell'attività economica, infatti, è stato più rapido dell’aumento dei prestiti. Gli interessi passivi globali dovrebbero aumentare di un settimo circa in valuta costante (14,5%) a 1.160 miliardi di dollari nel 2022. L’impatto più forte sarà probabilmente percepito nel Regno Unito alla luce dell’inasprimento dei tassi, delle ripercussioni di un’inflazione più elevata sui consistenti volumi di titoli di debito britannici indicizzati e dei costi di tapering del programma di QE. Dato l’aumento dei tassi, i costi fiscali della rimozione del QE sono significativi. Le banche centrali cristallizzeranno le perdite sulle obbligazioni nei loro portafogli, le quali ricadranno sui contribuenti.
Federico Pons (in foto), country head per l’Italia di Janus Henderson Investors, ha dichiarato: “Il debito dell’Italia nel 2021 è salito molto più lentamente delle media globale, in aumento di 133 miliardi di dollari soltanto, ovvero del 4,6% a tassi di cambio costanti, sebbene abbia toccato un nuovo record. Dall’inizio della pandemia, il debito pubblico dell’Italia - che era già molto alto e pari al triplo delle dimensioni dell’economia italiana - è salito del 12,5% circa. Nel 2022 il debito in Italia salirà ancora ma lentamente, mentre gli interessi passivi balzeranno alle stelle. Nel dicembre 2020 il rendimento effettivo delle obbligazioni italiane è sceso al minimo record dello 0,3%, mentre, alla fine di gennaio 2022, è salito allo 0,8%. L’aumento degli yield ha comportato un rendimento complessivo del -3,0% tra la fine di gennaio 2021 e la fine di gennaio 2022”.
"Cerchiamo di esporci alle aree geografiche più promettenti e guardiamo con favore ai bond a breve, al momento più interessanti rispetto alle obbligazioni a lunga scadenza, più rischiose", ha aggiunto Bethany Payne, gestore di portafoglio, obbligazioni globali di Janus Henderson.
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