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Reddito fisso, obbligazionario euro high yield sugli scudi

10/2/2024 | Daniele Riosa

Teresa Gioffreda di UBS AM: “Sul fronte azionario siamo neutrali in un contesto di valutazioni elevate a livello di indice. Abbiamo un leggero sovrappeso sull’oro”


“Nonostante i rischi geopolitici che permangono sulla scena, non ci sarà una recessione ma un soft leanding”. E’ in estrema sintesi l’outlook di UBS AM, presentato alla stampa dall’investments strategist Teresa Gioffreda (in foto).  

“L'economia globale - argomenta l’esperta - si trova in un momento importante in cui le banche centrali sono passate a politiche monetarie accomodanti, dopo i cicli di inasprimento aggressivi degli ultimi anni. I tassi di interesse più elevati sono stati efficaci nel ridurre le pressioni inflazionistiche, ma resta da vedere se si riuscirà a raggiungere il risultato di un rallentamento della crescita, senza incorrere in una recessione. Il nostro scenario base rimane quello di un atterraggio morbido e non vediamo una recessione imminente per diversi motivi”.

“Il risultato delle elezioni americane - sottolinea l’analista - continua a essere molto incerto, ma sembra farsi sempre più strada l’idea che, chiunque sarà il Presidente, il Congresso e il Senato saranno divisi e questo dovrebbe essere un fattore positivo per i mercati, poiché dovrebbe permettere di non implementare le misure più estreme annunciate in campagna elettorale da entrambe le parti. Dal punto di vista relativo, preferiamo gli Stati Uniti rispetto al resto del mondo”.

Sul fronte azionario, “siamo neutrali in un contesto di valutazioni elevate a livello di indice: privilegiamo gli Stati Uniti rispetto ai mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti a causa del profilo degli utili più solidi e dell'esposizione relativamente minore al settore manifatturiero debole. Siamo sottopesati sulle azioni europee a causa dei dati economici e degli utili deludenti e nonostante le valutazioni relativamente convenienti. Riteniamo che il cambiamento positivo della politica in Cina dovrebbe contribuire a migliorare la performance dei mercati emergenti, in particolare data la domanda finale nei mercati sviluppati ancora resiliente. La spesa legata all'intelligenza artificiale potrebbe sostenere gli esportatori di semiconduttori, che hanno un peso elevato tra le azioni dei mercati emergenti (Cina esclusa). Le valutazioni rimangono interessanti e il posizionamento di mercato è relativamente sottopesato. Continuiamo a monitorare attentamente le politiche future e il loro impatto sui fondamentali, soprattutto alla luce dei recenti bruschi movimenti dei prezzi degli asset cinesi”.

“Le materie prime - conclude Gioffreda - sono diventate un’esposizione strutturale da mantenere per coprire il portafoglio dal rischio di inflazione e dai rischi geopolitici. Abbiamo un leggero sovrappeso sull’oro, diventato ormai una delle coperture preferite dagli investitori per questi rischi, con domanda sostenuta da parte delle banche centrali”. 

Anais Brunner, fixed income strategist di UBS AM, fa il punto sui mercati obbligazionari che “con un’inflazione in calo, tornano a svolgere il loro ruolo di decorrelazione rispetto ai mercati azionari in un portafoglio multi-asset. Anche se i rendimenti sono scesi rispetto a un anno fa, pensiamo di essere ancora su livelli interessanti, che non dureranno a lungo visto che le Banche Centrali dovrebbero continuare a tagliare i tassi nel prossimo anno. Entrando nel dettaglio delle nostre preferenze, abbiamo un sovrappeso in termini di duration sia su Stati Uniti sia su zona Euro, dove abbiamo anche un sovrappeso su tutti quei paesi che sono passati ad avere politiche monetarie accomodanti”.

Il gestore spiega che “consideriamo interessanti le obbligazioni corporate con rating investment grade, in particolare quelle in euro. Siamo positivi, in modo selettivo, anche sulle obbligazioni in valuta locale: nel complesso gli emergenti sono stati in grado di mantenere prima l’inflazione sotto controllo, grazie a politiche monetarie più proattive; inoltre, tassi più bassi della FED e le prospettive di un dollaro USA meno forte sono un fattore positivo per le valute locali di questi Paesi”.

“Una delle nostre principali preferenze - conclude Brunner - è l’obbligazionario Euro High Yield. Questa asset class è cresciuta molto negli ultimi dieci anni, migliorando la liquidità e i fondamentali. La duration dell’indice è relativamente breve, a 2.7 anni e questo ha permesso negli ultimi anni di avere una volatilità più contenuta rispetto alle obbligazioni investment grade, che sono più legate all’aumentata volatilità dei tassi di interesse governativi”.

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