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1/17/2024
Nessun hard landing all’orizzonte nel 2024, che potrebbe rivelarsi un anno positivo sia per l’asset class obbligazionaria che per quella azionaria, con una sovraperformance di quest’ultima sulla prima. È questa in sintesi la view di UBS Asset Management, illustrata da Teresa Gioffreda, head of GWM Client Coverage Italy and Investment Strategist nel corso della presentazione alla stampa del "Macro and Markets Outlook" della casa di gestione svizzera.
“A dispetto di tutte le notizie potenzialmente negative il 2023 è stato un anno positivo per i mercati. Le performance sono state particolarmente buone sulla parte azionaria, mentre sulle obbligazioni abbiamo iniziato a notare che siamo in un paradigma diverso, siamo in un nuovo mondo. Questo nuovo livello dei tassi di interesse, anche in presenza di una salita dei rendimenti, ci può portare ad avere dei ritorni positivi, perché i livelli di partenza dei rendimenti dei titoli obbligazionari svolgono un ruolo importante di cuscinetto, poi durante l’anno, in termini di protezione dai movimenti dei tassi e dei prezzi” ha evidenziato la strategist.
“Abbiamo assistito a questo risultato positivo grazie a una combinazione particolarmente favorevole di una crescita che l'anno scorso ha sorpreso di fatto al rialzo e di un’'inflazione che è andata a calare”.
“In particolare nel 2023 la crescita è stata migliore delle attese negli Stati Uniti – ha precisato la strategist – e i dati ci dicono che il mercato del lavoro americano continua ad essere forte mentre il trend dell’inflazione core a sei mesi annualizzato si sta muovendo verso il 2%. Quindi di fatto, siamo in una situazione di tassi reali positivi e questo vuol dire che il contesto sta migliorando anche per quanto riguarda i bilanci delle famiglie. Anche dal punto di vista delle aziende, gli ultimi sondaggi segnalano che sta aumentando la percentuale di ceo che non si attendono una recessione nei prossimi 12 mesi negli Stati Uniti”.
Questo ci permette di rimanere fiduciosi sulla crescita. Dato tale contesto anche noi ci aspettiamo che possa esserci un passaggio quasi diretto da soft landing a ripresa del ciclo economico, perché se siamo riusciti ad avere solo un rallentamento fino ad ora, e la Fed dovesse riuscire veramente a tagliare i tassi quest'anno, potremmo direttamente vedere un'altra ripresa economica quasi senza passare da una recessione”.
Questo vale per gli Stati Uniti, perché, come sottolinea la strategist, la situazione in Europa è un po’ differente. “Abbiamo anche qui la buona notizia dell'inflazione che sta andando finalmente verso il target, ma sappiamo anche come questo sia abbastanza stringente per noi. Inoltre bisogna tenere in considerazione che in Europa, in generale, l'effetto di una politica monetaria restrittiva pesa di più sull'economia di quanto non avvenga negli Stati Uniti”. Per questo la view di UBS sull’Europa è un po’ differente rispetto al consensus, e rimane neutrale su molte asset class della regione.
Per quanto riguarda infine la Cina, a parte le difficoltà del settore immobiliare, l’economia sta tornando a crescere.
Passando dalle prospettive macroeconomiche alle implicazioni per l’asset allocation, Gioffreda ha evidenziato che la view della casa di gestione è un po’ fuori dal consensus, considerato che la maggior parte degli analisti che prevede una sovraperformance dei bond rispetto all’equity.
“La buona notizia è che nel 2024 secondo noi sia la parte azionaria che la parte obbligazionaria possono generare ritorni positivi”. Sulla parte obbligazionaria la view positiva è sostenuta dai rendimenti più elevati di partenza, ma nello stesso tempo questa crescita superiore alle attese, a cui si somma un’inflazione in calo e la possibilità che quest'anno si vada verso politiche monetarie espansive, porta ad essere costruttivi anche sulla parte azionaria.
“Siamo un po’ fuori dal coro, tra quelli che pensano che la parte azionaria possa fare meglio dei bond” ha precisato. “Quello che è successo nel 2023, e lo vediamo anche adesso, è che in genere, i mercati iniziano a prezzare politiche monetarie più accomodanti di quelle che poi verranno effettivamente messe in atto. Quindi, se il mercato sta scontando più tagli dei tassi di quelli che ci saranno in realtà, questi potrebbero leggermente salire, o chiudere il 2024 agli stessi livelli di inizio anno. Tale contesto porta ad essere un pò più neutrali dal punto di vista della delle obbligazioni” ha proseguito Gioffreda. “La parte obbligazionaria dei titoli governativi ci può aiutare a coprire i rischi di recessione, per cui li manteniamo in portafoglio, ma dobbiamo stare anche attenti a quale parte della curva prendere in considerazione”.
Per quanto riguarda l’azionario globale, secondo UBS valutazioni non eccessivamente tirate e crescita dei profitti sostengono la view positiva. In sintesi, a livello geografico le regioni più attraenti sono Stati Uniti, Giappone, Europa e mercati emergenti, mentre sulla Cina il posizionamento è al momento neutrale, anche se in prospettiva non mancano i motivi di ottimismo.
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