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11/29/2023 | Daniele Barzaghi
Il 2024 dovrebbe essere un anno positivo sia sui mercati obbligazionari sia su quelli obbligazionari, secondo la previsione offerta da Filippo Di Naro (in foto sopra) e Fabio Fois (in foto sotto), rispettivamente direttore Investimenti ed head of Investment research & advisory di Anima.
“Il 2023 è stato caratterizzato da una performance dei mercati azionari migliore del previsto e una performance dei mercati obbligazionari meno positiva rispetto alle attese” ha sintetizzato Di Naro. “Dopo la negatività del 2022 e l’incertezza del 2023 dovremmo affrontare l’anno prossimo una fase più ottimistica”.
“In questo contesto, le obbligazioni governative, che presentano un profilo rischio-rendimento estremamente appetibile, rimangono la scommessa migliore da avere nei portafogli” ha aggiunto Fois. “Arrivati alla fine del ciclo di rialzi, contano solo due variabili: il livello raggiunto dai tassi e la probabilità di una loro discesa. Entrambe queste considerazioni suggeriscono un sovrappeso sull’asset class”.
“Le prospettive del mercato azionario sono invece più incerte” ha sottolineato l’Head of Investment Research & Advisory di Anima. Da una parte, l’ammorbidimento dell’approccio delle banche centrali è sicuramente un elemento positivo, perché riduce il costo-opportunità di detenere asset rischiosi. Dall’altra parte, però, l’atteso rallentamento della crescita, seppur moderato e di breve durata, rappresenta una minaccia per gli utili aziendali. In questo contesto, suggeriamo un approccio bilanciato, quantomeno nella prima parte dell’anno”.
“In tema di azionario globale suggeriamo un’allocazione bilanciata con una crescente preferenza per i settori più difensivi, pronti ad aumentare l’investimento in settori early cyclicals, quali finanziari e industriali” ha ripreso la parola Filippo Di Naro.
“Riguardo all’obbligazionario governativo nei Paesi sviluppati siamo più costruttivi sui bund che sui treasury e ci aspettiamo una performance moderatamente positiva dei Btp, mentre siamo poco favorevoli al credito emergente nella prima metà del 2024, visto il dollaro ancora ben supportato dalla Fed e la prosecuzione dell’eccezionalismo americano” ha aggiunto per poi concludere con la visione sui corporate bond: “Privilegiamo le scadenze intermedie del comparto investment grade, i settori non ciclici e, più in generale, le strategie up in quality. In ambito high yield cresce il focus sulla selezione degli emittenti”.
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