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Asia legata a doppio filo alla Cina

10/4/2023 | Redazione Advisor

Gli esperti di Mirabaud AM e di UBP fanno il punto sulla situazione economico finanziaria del continente


“Le prospettive per l'Asia sono fortemente influenzate da quelle della Cina. Manteniamo il nostro scenario di base di una crescita del PIL del 5% per la seconda economia mondiale, prevedendo che la ripresa cinese sarà discontinua”. Gero Jung, chief economist di Mirabaud AM, spiega che “le autorità cinesi annunceranno ulteriori misure mirate per aiutare l'attività economica a stabilizzarsi, anche nel settore immobiliare. Riteniamo che in questo contesto le obbligazioni dei Mercati Emergenti siano interessanti, così come le obbligazioni convertibili”.

 Intanto la PBOC, a fine agosto, ha tagliato di 10 punti base, al 3,45%, il Loan prime rate (Lpr) a un anno, tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali alla clientela migliore e riferimento per quelli applicati agli altri prestiti, in una mossa attesa negli sforzi per rilanciare un'economia in sofferenza. A sorpresa, invece, l'istituto centrale ha lasciato al 4,2% il tasso a 5 anni, il benchmark per i mutui immobiliari, nonostante la debole domanda di prestiti per la crisi del real estate.

Per i gestori di UBP “oltre alla questione dei tassi d’interesse in Cina, anche l'espansione del bilancio potrebbe avere un ruolo importante, insieme a un ampio pacchetto di misure fiscali e misure per sostenere il settore immobiliare. Il settore privato può svolgere un ruolo chiave nel promuovere la creazione di posti di lavoro. Contrariamente a quanto si crede, l'80% dei posti di lavoro in Cina è nel settore privato. Invertendo o sospendendo la campagna di regolamentazione, il governo centrale darebbe un po' di respiro alle aziende private. Infine, il CNY è un altro strumento nell'arsenale della PBOC”.

Gli analisti di UBP ritengono, “in particolare, che potrebbe essere vantaggioso un deprezzamento del CNY in termini di ponderazione commerciale per evitare un'ulteriore erosione del potere di scambio della Cina, entro un intervallo ragionevole. Anche i differenziali dei tassi di interesse con gli Stati Uniti vanno in questa direzione”.

“Detto questo - concludono gli economisti - non è auspicabile nemmeno una svalutazione eccessiva, che alimenterebbe i deflussi di portafoglio e ridurrebbe la capacità della PBOC di dispiegare la propria potenza di fuoco”.

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