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8/2/2023
Alla fine il downgrade è arrivato. Dopo aver posto osservazione il rating degli Stati Uniti alcuni mesi fa (leggi la notizia qui) Fitch Ratings ha declassato il rating della principale economia mondiale a "AA+" da "AAA".
Come si legge in una nota dell’agenzia di rating, il declassamento “riflette l'atteso deterioramento fiscale nei prossimi tre anni, un onere del debito delle amministrazioni pubbliche elevato e in crescita e l'erosione della governance rispetto agli altri paesi con rating "AA" e "AAA" negli ultimi due decenni, che si è manifestata in ripetute situazioni di stallo sulle decisioni sul tetto del debito e in risoluzioni dell'ultimo minuto”.
Secondo Fitch infatti, negli ultimi 20 anni si è verificato “un costante deterioramento degli standard di governance, anche in materia fiscale e di debito, nonostante l'accordo bipartisan di giugno per sospendere il limite del debito fino a gennaio 2025”. Il ripetuto stallo politico sul limite del debito da un lato, e le risoluzioni dell'ultimo minuto dall’altro, hanno eroso la fiducia nella gestione fiscale. Inoltre, aggiunge l’agenzia di rating, “il governo non dispone di un quadro fiscale di medio termine, a differenza della maggior parte dei pari, e ha un complesso processo di bilancio. Questi fattori, insieme a diversi shock economici, tagli fiscali e nuove iniziative di spesa, hanno contribuito a successivi aumenti del debito nell'ultimo decennio. Inoltre, ci sono stati solo progressi limitati nell'affrontare le sfide a medio termine legate all'aumento dei costi della sicurezza sociale e dell'assistenza sanitaria a causa dell'invecchiamento della popolazione”.
Fitch prevede che aumenterà il disavanzo delle amministrazioni pubbliche passando al 6,3% del PIL nel 2023, dal 3,7% nel 2022, riflettendo entrate federali ciclicamente più deboli, nuove iniziative di spesa e un onere per interessi più elevato.
Il rapporto debito/PIL degli Stati Uniti negli ultimi due anni è sceso rispetto al massimo raggiunto nel 2020, durante la pandemia, al 122,3%. Tuttavia, avverte ancora Fitch, il 112,9% di quest'anno è ancora ben al di sopra del 100,1% raggiunto pre-pandemia, nel 2019. Fitch prevede che il rapporto debito/PIL aumenterà, raggiungendo il 118,4% entro il 2025, e anche le proiezioni a più lungo termine di Fitch prevedono che questo trend proseguirà,, aumentando la vulnerabilità della posizione fiscale degli Stati Uniti a shock economici futuri.
Guardando alle prospettive economiche, secondo le proiezioni di Fitch, "le condizioni di credito più rigide, l'indebolimento degli investimenti delle imprese e il rallentamento dei consumi spingeranno l'economia statunitense in una lieve recessione nel quarto trimestre 2023 e nel primo trimestre 2024". L'agenzia prevede "un rallentamento della crescita annua del PIL reale degli Stati Uniti all'1,2% quest'anno dal 2,1% nel 2022 e una crescita complessiva di appena lo 0,5% nel 2024".
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