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1/12/2022
Viviamo in uno dei periodi di cambiamento storicamente più degni di nota, caratterizzato da trend strutturali di lungo termine che creeranno opportunità d’investimento durature. Per questo motivo “non c’è molto da temere per l’azionario globale nei prossimi anni”. Così Randall Dishmon, senior portfolio manager, Invesco. “La nostra filosofia è imperniata su cambiamenti strutturali duraturi. Non seguiamo i trend ciclici: i temi fondamentali della nostra strategia d’investimento mirano infatti al lungo termine”.
Tra i trend strutturali, Dishmon mette in evidenza quello legato all’evoluzione tecnologica e digitale, come ad esempio lo sviluppo delle reti dei colossi del tech. “Alphabet, Facebook, Amazon, Mastercard sono espressione di grandi società con ampi patrimoni intellettuali e straordinari effetti rete. Non esiste alcun elemento temporale o effimero nelle dimensioni e nella portata del loro vantaggio: queste società hanno creato o operano all’interno di ecosistemi economici che hanno registrato un’espansione strutturale”.
La cosa più importante da capire in merito alle reti, spiega Dishmon, “è probabilmente che, una volta consolidate, possono essere sostituite solo dalla creazione di una rete completamente nuova. Il che non è un compito facile. La gente usa Facebook, Google e Amazon perché tutti lo fanno. Al contempo, le carte di credito sono state la prima iterazione dei pagamenti digitali. Ora esistono una miriade di soluzioni per inviare denaro allo scopo di pagare online o in un negozio. Il loro utilizzo da parte dei consumatori non potrà che aumentare”.
Anche le aziende stanno trasformando le loro funzioni IT, programmando lo spostamento di gran parte del loro software da piattaforme in loco al cloud, facilitato da Amazon Web Services e Alphabet, nonché da altri operatori in tutto il mondo. “Non è poca cosa” prosegue il gestore. “Rappresenta un enorme cambiamento sul fronte IT, con un ricco futuro. Il software su cloud consente alle imprese di evitare alcuni consistenti esborsi di capitale e una gran mole di hardware (costoso) da mantenere. Le innovazioni ottimali, quelle che rappresentano un cambiamento strutturale, offrono sempre un risultato sia migliore che più economico”.
“Nell’ambito del passaggio al cloud, la cybersicurezza delle imprese è stata oggetto di un processo di revisione” spiega ancora Dishmon. Anziché dover mettere in sicurezza una singola area, ora esistono una miriade di endpoint e molte cose funzionano sul cloud. Ciò significa che per la sicurezza della rete serve una serie di strumenti diversa. Si tratta di un grande campo in evoluzione la cui importanza cresce a mano a mano che le reti si distribuiscono e i loro workload passano al cloud”.
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