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4/13/2021 | Daniele Riosa
“La filosofia degli investimenti sostenibili e responsabili (SRI) si è notevolmente evoluta negli ultimi anni, passando da un approccio storicamente orientato all’esclusione a una strategia che promuove invece l’impegno e il dialogo tra investitori, azionisti, portatori d’interesse e società partecipate”. Alessandro Fonzi, cfa, deputy head of international sales – country head Italy di DPAM, rileva che “per un azionista responsabile, una prima importante linea d’azione consiste nello scambio, nell’impegno e nel dialogo con le imprese che mirano a promuovere le migliori pratiche, soprattutto in termini di governo societario ma anche di responsabilità sociale e d’impresa”.
Com’è possibile quindi far sentire la propria voce? “Il primo passo, quello più semplice, è l’instaurazione di un dialogo con il cda e il management. Un buon investitore ha il diritto, e il dovere, di richiedere informazioni sulla strategia ESG aziendale o di mettere in discussione i principi e i valori di buon governo societario dell’azienda partecipata tramite un impegno concreto e attivo. In secondo luogo, ogni azionista ha diritto, e il dovere, di votare alle assemblee degli azionisti senza alcun timore sull’incidenza o meno della propria opinione sull’esito della votazione”.
“Uno dei temi più di recente finito sotto i riflettori - rileva il gestore - è quello legato alla remunerazione del top management e al ruolo che i proxy advisor possono giocare con le loro raccomandazioni di voto. Relativamente a questo importante aspetto della vita societaria, riteniamo fondamentale il principio di trasparenza, in modo che gli azionisti possano valutare se la remunerazione prevista sia equa e responsabile. A tal fine, le diverse componenti del compenso, fisse e variabili, dovrebbero essere chiaramente descritte e la parte variabile vincolata a criteri chiari e completi di assegnazione, incluse misure volte ad impedire o limitare possibili conflitti d’interesse, che tengano conto anche di fattori non finanziari e legati alla responsabilità sociale d’impresa”.
L’analista sottolinea che “più in generale, anche come azionista di minoranza, è utile e importante far sentire la propria voce: aumentare la consapevolezza e mettere in discussione il modello di governance possono spingere il management ad adottare le migliori pratiche. Così come negli Stati Uniti, anche in Europa la pandemia ha acceso i riflettori su tematiche legate alla salute e alla sicurezza dei dipendenti, ma anche alla composizione dei consigli d'amministrazione, revisioni e bilanci, gestione del capitale. Le questioni relative alla diversity del consiglio di amministrazione, agli incentivi a breve e lungo termine e alla necessità di un controllo del rischio ESG a livello di consiglio, continueranno a crescere d'importanza nel 2021”.
“In linea con iniziative quali TCFD o Climate Action 100+, la questione del monitoraggio dei rischi ESG e climatici in particolare da parte del consiglio di amministrazione sta diventando una vera preoccupazione per gli azionisti”, conclude Fonzi.
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