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8/18/2011
Tra minacce di recessione, allarmi inflazione e disoccupazione in crescita, torna il panico sui listini e Piazza Affari affonda.
Chiusura in profondo rosso per il nostro listino principale, senza un solo titolo in positivo.
Pioggia di vendite in tutta Europa sui titoli finanziari.
I più importanti gruppi italiani, da Unicredit (-7,41%) a Intesa Sanpaolo (-9,26%) accumulano passivi pesantissimi.
E non fanno meglio i principali competitor del vecchio continente, dall’inglese Barclays alla francese Societe Generale, passando per Deutsche bank e l’olandese Ing, è un susseguirsi di segni rossi da record.
E la crisi della fiducia nei mercati si riflette ancora una volta nel nostro settore industriale.
Fiat affonda (-11,88%), in scia ai deludenti dati delle vendite in Brasile, uno dei paesi chiave per l’attività internazionale del Lingotto.
Fuga dai listini azionari che spinge gli investitori a dare la caccia ai pochi beni rifugio presenti sulla scena mondiale: l’oro riprende la corsa e torna a registrare record storici.
Crollano, invece, i rendimenti dei titoli di Stato americani e tedeschi.
Nemmeno nei giorni della crisi di Lehman Brothers gli investitori erano stati così spaventati da accettare un ritorno inferiore al 2% sul decennale di Washington.
Una situazione di tensione che trova conferma nelle stime di Morgan Stanley, che vede la crescita mondiale rallentare sotto il 4% quest’anno e paventa un 2012 di ritorno in recessione per l’Italia.
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