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5/19/2020 | Redazione Advisor
In molti Paesi europei è iniziato l’allentamento delle misure di lockdown, ma il rischio principale rimane una seconda ondata di contagio, che danneggerebbe la fiducia e farebbe scattare nuove misure di contenimento, che peserebbero nuovamente sulla ripresa economica. Le misure di lockdown, seppur necessarie hanno avuto effetti scoraggianti sulle economie e più a lungo dureranno, più dannoso potrebbe essere il loro impatto sull'economia. Pertanto, secondo Florence Pisani, global head of economic research e Nadège Dufossé, deputy global head of Multi-Asset di Candriam, è bene adottare ancora un atteggiamento di cautela nell’approcciare i mercati.
“Al momento in Cina, la ripresa resta incerta e con nove milioni di laureati che stanno per arrivare sul mercato del lavoro, il governo cinese deve incrementare gli stimoli. Una decisione questa che potrebbe essere presa alla prossima riunione del Congresso Nazionale del Popolo del 22 maggio. In Europa, invece, il divario tra Nord e Sud si sta allargando. Lo dimostrano i dati sulle vendite di automobili che in Francia e in Italia sono diminuite rispettivamente del 90% e del 100%, a differenza della Germania, dove il calo è stato più modesto” spiegano gli esperti di Candriam.
Per quanto riguarda la Fed, “riteniamo sia abbastanza improbabile il ricorso a tassi negativi” proseguono i gestori. “La legge del 2006 non dice che la Fed può imporre tassi negativi alle banche, quindi la Banca centrale USA potrebbe aver bisogno di un'autorizzazione del Congresso. Tassi di interesse negativi, inoltre, sarebbero impegnativi anche sui mercati dei fondi monetari. Inoltre, la Fed non ritiene che i tassi negativi apportino benefici comprovati, come dimostrato in Giappone e in Europa. In uno scenario in cui l'economia è in ripresa e soprattutto in presenza di un ulteriore stimolo fiscale, non vediamo alcun motivo per cui la Fed debba ricorrere a tassi di interesse negativi”.
“I mercati azionari hanno recuperato la metà delle perdite, e le valutazioni sia delle obbligazioni sia delle azioni non sono più a buon mercato. È importante ricordare tuttavia che non tutti i settori sono impattati allo stesso modo: l'energia, i materiali, le industrie, i servizi pubblici e la finanza sono ancora sottoperformanti. Al contrario, i beni di prima necessità, l'informatica e l'healthcare stanno sovraperfomando, in quanto hanno maggiori probabilità di beneficiare del contesto attuale. In generale, il sentiment resta cauto e sebbene la volatilità sia in calo, resta ancora a livelli elevati”.
“Per il momento manteniamo una view prudente sull’azionario e manteniamo l'oro a copertura del portafoglio, aggiungendo al contempo opzioni per proteggerlo. In Europa, pensiamo che le banche e il settore automobilistico potrebbero essere i settori value più interessanti da considerare quando inizierà il processo di normalizzazione. Siamo positivi sul credito Investment Grade, ma stiamo anche iniziando ad aumentare l’esposizione sul debito dei mercati emergenti (in valuta forte e locale) che mostra un carry interessante e una potenziale dello spread” concludono i gestori di Candriam.
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