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2/13/2015
Potrebbero esserci buone notizie in vista per l'azionario europeo. E' l'opinione di Jean-Sylvain Perrig, cio di Union Bancaire Privée, nel suo commento sull'economia del Vecchio Continente.
La crescita economica globale a nostro avviso dovrebbe attestarsi al 3,4% nel 2015 – un dato abbastanza deludente, ben al di sotto delle ultime stime e difficilmente molto al di sopra dello scorso anno, quando il PIL mondiale ha segnato +3,3%. Principale causa è l’economia dell’Eurozona ancora debole, sebbene dovrebbe esserci una lieve ripresa nel 2015, con una espansione dello 0,9%. La Cina probabilmente non crescerà più del 7% quest’anno e, eccezion fatta per l’India, i Paesi Emergenti mostrano in generale ritmi di crescita moderata.
Gli Stati Uniti rimarranno quindi il motore della crescita dei Paesi Sviluppati ma, persino lì, l’espansione economica non dovrebbe superare il 3%. Tuttavia, probabilmente la Fed non si fermerà davanti a questo e proverà a normalizzare la propria politica monetaria.
Alla luce di questi elementi, gli utili corporate globali dovrebbero crescere di circa il 7% nel 2015. Nel settore delle commodity e dell’energia le attese sui profitti sono state riviste significativamente al ribasso: ciò ha pesato sulla crescita globale degli utili. Tuttavia, il comparto dell’healthcare e quello della tecnologia hanno ancora le prospettive migliori. I listini azionari europei scambiano con uno sconto del 10-15% rispetto alle controparti americane. Il mercato a stelle e strisce ha fortemente sovraperformato il Vecchio Continente negli ultimi due anni, grazie a una generazione di utili molto più alta. Questa situazione potrebbe però cambiare se le misure annunciate da Mario Draghi riusciranno a ristabilire la fiducia e a far ripartire la domanda nell’Eurozona. I prezzi energetici sono bassi e il calo della moneta unica potrebbe dare una spinta agli utili delle società europee: questi mercati potrebbero avere qualche bella notizia nel 2015.
Tuttavia, “prudenza” rimane la parola d’ordine.
Se non dovesse esserci un accordo sulla ristrutturazione del debito, la situazione in Grecia potrebbe danneggiare la percezione di rischiosità di alcuni asset europei. Inoltre, la crisi ucraina e l’isolamento della Russia sulla scena internazionale sono fattori destabilizzanti, specialmente per l’Europa. Fino ad ora, i mercati hanno generalmente minimizzato questi rischi, ritenendo che Atene troverà un accordo e che la Russia non sarà nient’altro che una minaccia.
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