Addio alla divisione tra core e periferia in Europa o alla view, fondata sul differenziale di rendimento con il Bund, che porta ad accomunare due economie diverse come Spagna e Italia. “Occorre riconsiderare i parametri con cui selezioniamo gli emittenti in Europa. L’Italia oggi è tornata ad essere considerata un safe haven. Basta considerare l’ultima asta di Ctz, con una domanda sostenuta quasi interamente da investitori esteri e tassi al minimo storico” spiega Mario Spreafico, head of investments di Schroders Wealth Management in Italia, che è intervenuto a un recente convegno, organizzato a Milano dalla casa d'investimento britannica assieme allo studio Bernoni Grant Thornton e Borsa Italiana, sulla voluntary disclosure e sulle opportunità di finanziamento del capitale.

“I recenti flussi di capitale - prosegue Spreafico - hanno contribuito a rompere alcuni stereotipi che hanno governato i mercati negli ultimi anni dopo la crisi di Lehman Brothers. E i cosiddetti safe haven si sono dimostrati sempre più fragili ai mercati guidati dai flussi di liquidità. Questo si sta traducendo prima di tutto in una forte riduzione degli investimenti verso i paesi emergenti, soprattutto verso quei paesi con grossi deficit delle partite correnti”.

Il trend degli ultimi mesi, invece, mostra come gli investitori siano tornati a privilegiare le cosiddette “old economy”, anche se permangono pregiudizi sull’Eurozona, sulla quale tuttavia non incombe più lo spettro di rottura dell’euro, mentre preoccupa l’affollamento sul segmento high yield. “La rincorsa al guadagno facile è un rischio che non vale la pena di correre in questo periodo: è meglio aspettare e vedere che cosa accadrà nei prossimi 6 mesi”, conclude Spreafico.