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3/7/2024 | Daniele Riosa
Nessun taglio dei tassi nella riunione odierna della Banca Centrale Europea. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Si tratta della quarta pausa nel ciclo di dieci rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022. Vediamo come i gestori commentano le decisioni prese dall’Eurotower
Felix Feather, economista di abrdn, sottolinea che “sebbene le preoccupazioni per gli effetti di secondo impatto dell'elevata crescita dei salari nominali abbiano impedito alla BCE di tagliare i tassi durante la riunione odierna, le revisioni delle proiezioni dello staff della Banca centrale europea suggeriscono che i tagli non sono lontani. Sia le previsioni sull'inflazione globale che quelle sull'inflazione di fondo per il 2024 e il 2025 sono state riviste al ribasso, suggerendo che la BCE è sempre più convinta che l'inflazione si stia effettivamente dirigendo rapidamente verso l'obiettivo di inflazione del 2%.Prevediamo che il primo taglio dei tassi avverrà a giugno, quando il Consiglio direttivo avrà preso visione dei dati sui salari del 1° trimestre”.
Altaf Kassam, head of investment strategy & research per l’area EMEA di State Street Global Advisors, spiega che la decisione di oggi, “dà maggior credito alla nostra view secondo la quale la BCE inizierà a tagliare i tassi solo a giugno e dovrebbe effettuare quattro tagli di 25 punti base per quest'anno, abbastanza in linea con le attuali previsioni del mercato. Questa pausa da falco era praticamente ‘scontata’, in quanto era estremamente improbabile che la BCE si muovesse prima della Fed. Ora che le possibilità che la Fed tagli i tassi a maggio sono quasi del tutto escluse, vediamo che anche le probabilità di una riduzione dei tassi ad aprile da parte della BCE si sono ridotte quasi a zero, da cui la nostra ipotesi di un inizio dell’allentamento a giugno. Sembra che i dati sull'inflazione dell'Eurozona per il mese di febbraio abbiano dato qualche preoccupazione al Consiglio direttivo, risultando superiori al consenso, e inducendo persino i membri del Consiglio direttivo tipicamente più “dovish” ad essere meno inclini a fare pressione per un taglio anticipato dei tassi. Sembra che la Banca Centrale debba attendere ulteriori prove che l'inflazione stia scendendo in modo sostenibile verso il target del 2% prima di prendere in considerazione un allentamento. Detto questo, dal momento che anche le previsioni ufficiali sull'inflazione sono state riviste al ribasso, vediamo una traiettoria più chiara verso l’allentamento di giugno”.
Sylvain Broyer, chief economist EMEA di S&P Global Ratings, ricorda che "Da quando la BCE si occupa di definire i tassi d'interesse per l'Eurozona, li ha abbassati 21 volte, e mai quando l'inflazione core era al di sopra del 2,2%. Oggi l'inflazione core è al 3,1% e non scenderà sotto il 2,2% prima dell'estate. A meno che non si verifichi un imprevisto che influisca sulla crescita o sulla stabilità finanziaria, un taglio dei tassi della BCE a giugno è quindi lo scenario più probabile".
Anche per Gero Jung, chief economist di Mirabaud Asset Management, “non ci sono state sorprese oggi, la Bce ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse e ha inviato un messaggio chiaramente dovish. È probabile che l'inflazione scenda più significativamente di quanto previsto in precedenza - e che addirittura scenda al di sotto del 2% nel 2026 - mentre la crescita economica sarà probabilmente più debole: secondo le proiezioni aggiornate della Bce, quest’anno il PIL europeo dovrebbe crescere di appena lo 0,6%. Un punto fondamentale riguarda la tempistica dei tagli dei tassi (sulla quale non abbiamo ancora indizi): probabilmente i primi tagli avverranno a giugno. Tuttavia, con questa riunione la Bce ha aperto la porta ai tagli dei tassi”.
Martina Daga, macro economist di AcomeA SGR, rileva che “la Bce continua a non dare chiare indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria, ma mantiene un approccio "meeting by meeting" e la forward guidance sulle prossime mosse rimane strettamente dipendente dai dati macroeconomici. Nonostante la revisione al ribasso delle proiezioni di inflazione, la Bce non è ancora pronta a iniziare con il ciclo dei tagli, il comitato ha bisogno di più dati per essere maggiormente sicuro del raggiungimento del target di inflazione. Lagarde ha indicato che ad aprile il quadro sarà un po' più chiaro, ma avranno solo pochi dati in più rispetto ad ora. A giugno, invece, avranno a disposizione molti più dati e il quadro sarà molto più chiaro. Considerando l'evidente divergenza nella situazione macroeconomica tra Eurozona e Stati Uniti, ci si chiede se la Bce sia pronta a tagliare prima della Fed. Lagarde ha specificato che una volta che saranno sicuri di aver tenuto i tassi in territorio restrittivo sufficientemente a lungo e saranno sicuri del raggiungimento del target, potranno iniziare con il ciclo dei tagli, indipendentemente dalle azioni delle altre banche centrali”.
Secondo David Chappell, senior fixed income portfolio manager di Columbia Threadneedle Investments, “sebbene nelle dichiarazioni di oggi la BCE abbia confermato l'attuale livello dei tassi, il miglioramento delle previsioni sull'inflazione core e i segnali abbastanza evidenti della Presidente Lagarde durante la conferenza stampa, hanno rafforzato le aspettative del mercato secondo cui il primo taglio avverrà all’inizio di giugno. Inoltre, aver riconosciuto esplicitamente la presenza di pressioni ancora elevate sui prezzi interni, in parte dovute alla forte crescita dei salari, offre alla BCE la possibilità di rinviare la decisione di allentare la politica monetaria restrittiva a partire dalla riunione di aprile, senza però escluderla del tutto. Con le prospettive di crescita ridimensionate nel breve termine e l'inflazione core al livello target nel medio termine, i circa 100 punti base di tagli attualmente prezzati entro la fine dell'anno risulteranno insufficienti se i dati dei salari dei prossimi mesi dovessero riservare sorprese al ribasso”.
Per Antonella Manganelli, a.d. di Payden & Rygel Italia, "Christine Lagarde ha confermato che l'inflazione sta rallentando, ma ha ribadito che il Consiglio direttivo ha bisogno di più dati per essere più tranquillo sulla traiettoria dell'inflazione. In sostanza, le azioni della BCE continuano a dipendere dai dati. Quindi, sebbene la Lagarde abbia confermato che sono iniziate le conversazioni sulla ‘riduzione della politica restrittiva della BCE’0, le dichiarazioni della Presidente della BCE hanno indotto i mercati a credere che sarà necessario attendere la riunione di giugno per vedere il primo taglio. Di conseguenza, al termine della conferenza stampa, i rendimenti dei titoli di Stato hanno quasi completamente invertito il loro calo iniziale, mentre l'euro si è leggermente rafforzato rispetto al dollaro USA”,
Whitney Watson, co-head e co-cio of fixed income and liquidity solutions di Goldman Sachs Asset Management, mette in luce che "come previsto, la BCE ha mantenuto i tassi invariati e ha ribadito il proprio approccio dipendente dai dati nel meeting di gennaio, secondo cui prima di poter iniziare a tagliare i tassi, la Banca Centrale deve avere a disposizione maggiori prove sul fatto che l'inflazione stia tornando in modo sostenibile verso il target. Nonostante la revisione al ribasso della crescita e dell'inflazione, la BCE ha sottolineato che le pressioni sui prezzi a livello nazionale rimangono elevate, in parte a causa della forte crescita dei salari. Di conseguenza, prevediamo che la BCE inizierà a tagliare i tassi a partire da giugno, per un totale di quattro tagli da 25 punti basse per quest'anno. Sebbene i rischi siano diventati più equilibrati, tagli dei tassi più profondi o più rapidi potrebbero concretizzarsi nel caso in cui la disinflazione dovesse prendere piede o l'economia dovesse entrare in una fase di recessione".
Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, pensa che “la prossima riunione, in calendario per l’11 aprile, potrebbe fornire nuove indicazioni utili sulle future mosse dei policymaker, con importanti risvolti sui mercati e sulle attese degli investitori. Tuttavia, con un’inflazione ancora oltre i livelli target e una dinamica salariale incerta, la BCE sembra destinata a navigare a vista, mantenendo un approccio prudente alla politica monetaria. Da notare che per il 2024 la Banca Centrale Europea ha tagliato le previsioni dal 2,7% al 2,3% per l’inflazione complessiva e dal 2,7% al 2,6% per l’inflazione core. Allargando l’orizzonte temporale, poi, nel 2025 prevede un’inflazione media al 2%, in calo all'1,9% nel 2026”.
Konstantin Veit, portfolio manager di PIMCO, spiega che “una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi, crediamo che procederà con cautela con convenzionali step di 25 punti base. Ci aspettiamo tre tagli dei tassi quest'anno, a partire da giugno o più avanti. La chiave è l'andamento dei salari. Rimaniamo un po' scettici rispetto alle quotazioni di mercato, soprattutto in virtù di un'inflazione dei servizi vischiosa, di un mercato del lavoro resiliente e di condizioni finanziarie accomodanti. Anche le considerazioni sulla gestione del rischio giocano un ruolo importante, in quanto i costi in termini di reputazione di un'inversione di rotta una volta iniziato il ciclo dei tagli sono elevati”.
Nicolas Forest, cio di Candriam, prevede che “la BCE sarà la prima banca centrale a tagliare i tassi a giugno, in quanto disporrà dei dati e degli argomenti giusti per normalizzare la politica monetaria, e sarà probabilmente seguita sia dalla FED che dalla BOE. In effetti, la Fed e la BCE taglieranno i tassi quasi allo stesso ritmo nei prossimi mesi. Non ci aspettiamo molte sorprese, tuttavia è certamente possibile che la FED si muova con più lentezza, tenuto conto della resistenza dell'economia statunitense. In questo caso, la BCE dovrebbe decidere autonomamente la propria strategia monetaria”.
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