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Anima, Melzi d’Eril svela le strategie future

1/29/2024 | Redazione ADVISOR

La.d. spiega che “in ottica di crescita c'è un segmento che ci offre grandi opportunità, ovvero la fascia alta: private banking, family office, fund user, reti di promozione finanziaria"


“In ottica di crescita c'è un segmento che ci offre grandi opportunità, ovvero la fascia alta: private banking, family office, fund user, reti di promozione finanziaria”. Questo è quanto rileva Alessandro  Melzi d'Eril, ceo e di Anima Holding, con un’intervista a L’Economia, l’inserto del Corriere della Sera.  

Il direttore generale sottolinea che “si tratta di clientela complessa, dove i fattori competitivi sono diversi, ci vuole tanto marchio e tante strategie diverse con prodotti flagship sofisticati che danno ritorni importanti con un maggior profilo di rischio. Kairos, rilevata per 25 milioni da Julius Baer, conferirà strategie interessanti per clientela premium, Castello, comprata per l'80% da Oaktree per 60 milioni, prodotti illiquidi alternativi”.

La prima gestisce masse per 4,5 miliardi e tra i soci manager conta ancora Guido Maria Brera, Massimo Trabattoni, Alberto Castelli e Caterina Giuggioli. La seconda è tra i più importanti asset manager del settore immobiliare in Italia, con circa 4 miliardi di masse gestite. Al contrario del passato dove le sgr sono sempre state incorporate in una sola, Anima Holding avrà un nuovo assetto con sotto di sé quattro società di gestione del risparmio: Anima, Kairos, Anima Alternative e Castello. Tutte ben caratterizzate, con le ultime due gestite come una unica business unit. «Un passaggio epocale per il gruppo: passiamo da 330 a oltre 500 dipendenti in un anno e inseriremo altre risorse con nuove competenze seguendo la crescita dei ricavi — specifica il top manager—. Metteremo a fattor comune le attività come staff, controlli, back office e il commerciale oltre al wealth management di Kairos, un'area che non presidiavamo”. 

I conti '23, view sul '24 Anima a novembre contava quasi 186 miliardi di masse in gestione, erano 183,5 nel novembre 2022. A settembre gli interessi attivi, spinti dal rialzo dei tassi, hanno sfiorato i 9 milioni mentre il risultato netto di negoziazione è arrivato a 4 milioni: insieme hanno compensato la riduzione dei ricavi e la crescita dei costi, con il margine di intermediazione salito a 254,7 milioni e l'utile lordo a 143,1 milioni. “È stato un anno complesso, ma la società ha dimostrato forte resilienza che sarà confermata con i dati di fine anno», anticipa Melzi d'Eril. “Sono moderatamente positivo sul 2024. Una discesa dei tassi a livelli normalizzati renderebbe il settore più attraente, a differenza di quanto successo negli ultimi due anni: la stretta monetaria e l'inflazione hanno causato effetti a catena come la concorrenza dei Btp o il minor interesse delle banche a indirizzare la liquidità dei conti correnti verso prodotti di risparmio gestito. Prevedo un ritorno a soluzioni più bilanciate con l'equity accanto all'obbligazionario”. 

Il ceo, si legge sempre sull'inserto del Corriere della Sera, nei giorni scorsi è volato a Londra per il primo roadshow di Anima: “Ci sembra di vedere un rinnovato interesse per il settore, anche da parte di investitori statunitensi. Speriamo che i segnali si concretizzino, oggi gli americani latitano un po', se però la loro attenzione tornasse sul nostro comparto, il titolo potrebbe beneficiarne. Ad oggi, non vi è sentore dell'arrivo di nuovi soci strategici". 

Quanto ai soci storici: "II cda è di altissima qualità, il lavoro fatto è molto buono, sento molta coesione». Anima, oltre che da Banco Bpm, è partecipata all'n,6 per cento da Poste, al 9,5 per cento dallFsi di Maurizio Tamagnini e al 3,4 per cento dalla Gamma della famiglia Caltagirone. 

L'ad di Piazza Meda, Giuseppe Castagna, a dicembre aveva detto: “Ci piacerebbe molto una crescita di Anima, ci piacerebbe molto un consolidamento nel settore dell'asset management, ci piacerebbe molto esportare il modello di Anima all'estero. Se questo richiedesse investimenti noi come primo azionista saremo pronti a supportarlo”. Parole giudicate importanti da Melzi d'Eril: “Un assetto più stabile ti consente di lavorare meglio come management. Questo è un business di scala quindi crescere è imperativo per una società come la nostra che sfrutta tutte le opportunità interessanti. Se ne arriveranno altre, le coglieremo, il progetto è fare il bene dell'azienda continuando a espanderci e restando sul mercato in maniera competitiva”.

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