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Una rivoluzione “umana”

10/23/2021 | Francesco D'Arco

Chi vincerà la sfida della gestione dei risparmi dei clienti? E soprattutto chi saprà avvicinare le nuove generazioni? Sono queste due delle grandi domande che accompagnano in questi mesi i dibattiti dell’industria della consulenza finanziaria.


Domande che hanno caratterizzato anche il recente Salone del Risparmio, un evento che ha avuto un forte valore simbolico, non solo per il ritorno del “pubblico dal vivo”, ma anche perché si è tornati a parlare di “futuro” e non più solo del “dopo pandemia”. 

Per mesi ci siamo concentrati sulle riflessioni legate agli effetti del Covid-19 sull’industria nel breve e medio termine, e sui condizionamenti della pandemia a livello di modelli di servizio. Ma ora è il momento di guardare oltre e capire quanto e come cambierà il settore nel prossimo futuro. Non tanto (o non solo) per effetto della pandemia ma per la necessità di avvicinare un maggior numero di clienti al mondo del risparmio e della consulenza. Clienti che sono sempre più abituati a interagire con realtà che garantiscono rapidità di risposta, personalizzazione dell’offerta e un certo grado di fai-da-te. Se pensiamo al mondo dei vari Amazon, Netflix, Raiplay, Spotify e simili ci troviamo di fronte a servizi che permettono ai clienti di: avere molto velocemente un quadro chiaro dei costi e dei servizi disponibili; ricevere risposte rapide in caso di difficoltà; valutare offerte attente alle proprie passioni ed esigenze. Il tutto con una adeguata libertà d’azione. Ovvero con un giusto grado di fai-da-te: l’operatore interviene solo su richiesta e se si riscontrano esigenze che la tecnologia non è in grado di risolvere.Il mondo della consulenza finanziaria è pronto a seguire questa rotta? Per alcuni è inevitabile, per altri auspicabile, per qualcuno pericoloso. Ma, come afferma Stefano Volpato (Banca Mediolanum), nell’intervista di copertina di questo numero di ADVISOR, la verità è che “siamo di fronte ad una vera propria rivoluzione nei modelli distributivi dei servizi finanziari in Italia”. Una rivoluzione che, secondo il manager di Banca Mediolanum, potrà ribaltare oggi i rapporti di forza tra banche tradizionali e reti. A condizione, però, che le reti siano in grado di offrire nuove opportunità alle nuove generazioni, sia quando si parla di clienti sia quando si parla di professionisti. 

In gioco non c’è più soltanto la gestione del passaggio generazionale tra cf senior e cf junior ma anche la creazione di un nuovo modello di business che deve partire dalla formazione del capitale umano. Ma l’industria è pronta a trasmettere alle nuove leve le competenze del passato e ad accogliere dalle nuove generazioni nuovi punti di vista? La risposta la daranno, come sempre, i numeri e se nei prossimi anni quel rapporto di forza tra banche tradizionali e reti sarà ribaltato allora vorrà dire che la sfida sarà stata vinta.

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